Chi mi conosce un pochettino sa perfettamente quanto io sia curiosa e quanto mi diverta a sfidare, nei limiti del possibile, i prodotti industriali. Si sa, si riescono ad ottenere cose inimmaginabili con la pazienza e materie prime di ottima qualità. L’allegra storiella del mio estratto di vaniglia è incominciata circa un anno fa (in realtà era già nei miei progetti da tantissimo), tutto perché mi sono ritrovata con una quantità assurda di meravigliosi baccelli (restare senza vaniglia è uno dei miei incubi ricorrenti) che non sarei mai riuscita ad utilizzare nel pieno della loro freschezza; e così, dopo svariate ricerche ed esitazioni mi sono decisa a lanciarmi in questa lunghissima, se pur facile, avventura. Ho aspettato un bel po’prima di parlarvene perché ho voluto testarlo il più possibile, anche se va detto che è stato amore a primo utilizzo.. e c’era da aspettarselo. Niente ma proprio niente a che vedere nemmeno con il miglior estratto industriale, sono così contenta del mio superestratto che è già in produzione la seconda bottiglia. In rete ci sono moltissime ricette e discussioni attorno a questo prodotto, le mie istruzioni sono una sorta di collage che ho ottenuto mettendo assieme i “pezzi” che ho scelto dalle tante ricette con l’aggiunta di miei eventuali cambiamenti e precisazioni.
Come realizzare l’estratto di vaniglia in 5 semplici passi1. Procurarsi una discreta quantità di bacche di vaniglia di buona qualità, io ho utilizzato la qualità Bourbon proveniente dal Madagascar, dall’aroma più standard e meno intenso rispetto alla qualità Tahiti (che adoro). Quali caratteristiche ci permettono di stabilire la qualità della vaniglia? Innanzitutto i baccelli devono essere “grassi” e non secchi, morbidi (non mollicci!) e belli lucidi, devono risultare flessibili (se il baccello si spezza non va per niente bene), devono trasudare olio ed avere una buona quantità di semi all’interno; last but not least, il profumo la dice tutta sulla qualità, ma per questo non posso aiutarvi molto, più baccelli passeranno sotto il vostro naso più imparerete a “sentire” quando la vaniglia è buona. Ah, servirà anche della buona Vodka, non importa quale, a noi interessa che contenga circa il 40% di alcol, in modo da avere la concentrazione ottimale per l’estrazione (qui trovate in PDF uno studio piuttosto interessante sull'argomento). In alternativa, facendo due calcoli, è possibile preparare una soluzione al 40% di alcol, andrà benissimo.
2. Pesare 60 g di baccelli (una quindicina, a seconda delle dimensioni) per ogni mezzo litro di vodka, queste sono le proporzioni per ottenere un estratto che possa essere definito tale.
3. Aprire i baccelli a metà nel senso della lunghezza, in modo da avere i semi esposti, tagliarli a pezzetti piccoli ed introdurli in una bottiglia di vetro scuro capiente (se si intende usare mezzo litro di vodka prendere una bottiglia da 1 litro, in modo da poter agitare comodamente il tutto) assieme alla vodka. Il fatto di tagliare i baccelli a pezzetti non è tanto dovuto alla migliore estrazione, quanto alla praticità di non doversi sempre accertare che tutti i baccelli siano completamente immersi nella vodka.
4. Chiudere bene la bottiglia, dare una prima vigorosa “scecherata” e riporre in un luogo fresco e buio; ripetere quest’operazione di frequente, diciamo una volta al giorno per i primi 15 giorni e, successivamente, una volta alla settimana o quando ve ne ricordate.
5. Dopo 6 mesi l’estrazione dovrebbe essere completa, non resta che filtrare il tutto e cominciare ad utilizzarlo nelle varie preparazioni. In realtà l’estratto si può incominciare ad utilizzare dopo il terzo mese ma la differenza c’è, infatti, passati i tre mesi l’estratto continua a diventare via via più denso e scuro e l’odore di alcol tende a lasciare sempre più spazio alla vaniglia, fino a sparire completamente (bisognerebbe addirittura lasciarlo riposare altri 6 mesi per permettere all'aroma di perfezionarsi). L’aroma dell’estratto tende a migliorare con il tempo e non ha una scadenza.
Come si usa?
Questo estratto è molto concentrato rispetto a quelli industriali, si utilizza soprattutto quando la preparazione non prevede un’infusione (in quei casi si usano i baccelli) o quando non avete tempo di aprire e raschiare i semi o perché magari, per qualche strano motivo, non volete che si vedano i “puntini”. Le quantità variano in base ai gusti e alle preparazioni, una volta fatta la mano ci si abitua. Se può esservi d’aiuto, io uso circa un cucchiaino da tè colmo di questo estratto là dove andrei ad utilizzare una bacca.
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