lunedì 17 dicembre 2007

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La rivincita delle impade



Quest'estate, passeggiando in compagnia per le calli del ghetto di Venezia, sono finita in uno dei due unici panifici ebraici rimasti in città. Come si suol dire, la curiosità è femmina: abbiamo preso di tutto un po' e assaggiato quà e là.. è stato persino difficile distinguere un dolce dall'altro perchè lo zucchero copriva ogni sapore. In due parole: una delusione.
Ma vi pare che io abbia rimosso tutto ciò? No, ovviamente, anche perchè ero rimasta colpita in modo particolare dalle orecchiette di Amman e dalle impade, entrambe a base di mandorle, e dalle azime dolci al finocchietto. Insomma, se l'impasto esterno fosse stato meno duro e il tutto (molto) meno dolce avrei sicuramente apprezzato. E così, dopo pochissimo tempo, mi sono ritrovata a sfornare delle impade non proprio bellissime ma sicuramente molto buone.. e perchè ve ne parlo solo ora? non lo so nemmeno io! forse perchè in quel periodo litigavo con il nuovissimo 50mm? hem, mi pare evidente.

La ricetta è di Fedia, l'ho trovata
qui (#8) e mi è subito sembrata attendibile anche perchè gli ingredienti rispettano la tradizione Kosher.
Non vi trascrivo la ricetta, andate a vedere direttamente le spiegazioni e gli utilissimi fotogrammi di Fedia. Io ho preferito ridurre la quantità complessiva di zucchero perchè non amo i dolci troppo dolci (ho messo 100 g di zucchero in meno nel ripieno e 75g in meno nell'impasto) e ho steso l'impasto subito dopo averlo lavorato, altrimenti l'olio presente tende a separarsi durante il riposo.

Vi consiglio di provarli se amate i dolci a base di mandorle. Sono molto adatti a questo periodo dell'anno, da aggiungere subito alla vostra lista di dolcetti da regalare per Natale!


lunedì 10 dicembre 2007

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Menu for Hope IV




Menu For Hope is an annual raffle, now in its fourth year, to raise money for worthy causes. This year's beneficiary is the United Nations World Food Programme, in particular we’ll support a school lunch program in Lesotho.
The money raised will be collected by Unicef via the First Giving website, between December 11 until 21. The european host for this event is Fanny of Foodbeam, and the overall host and originator of this wonderful event is Pim of Chez Pim. Last year the raffle was successful, no less than $60,000 was raised for UNICEF. We all hope to do better this year.

As I am a new food blogger, I am very happy to partecipate to this campaign and so excited to join a team of many more food bloggers who are going to support the event by donating prizes.

We are lucky to be able to eat what we like and write about food. So many people cannot. Our little gesture can help.

The prize I donate




My contribution to the raffle is “Confidences Sucrées”, the beautiful new cookbook by Pierre Hermè and Julie Andrieu.
Just put togheter Julie ‘s simplicity and the ingenious perfectionism of one of the best pastry chefs of the world.. how can it be not perfect? It's a lovely collection of good recipes for “sweet addicted”.
The code for this prize is EU26 so, if you like it, make sure you include it when you make the donation.

So, what do you need to know if you want to support Menu fot Hope 4?

1. Decide what you want to buy tickets for. Check Pim's blog for the complete list of the prizes, and Fanny's for a detailed list of the prizes contributed by europeans.

2. Go to the donation page and read all the rules.

3. Make your donation. By donating a minimum of US$10 you will enter one virtual raffle to win a wonderful prize of your choice. Please specify which prize you’d like in the donation form when confirming your donation. The code for my prize is EU26.

4. Check back on Chez Pim on January 9th for the results of the raffle.

Thank you so much for all your precious support!


[Piccola nota in italiano]

Essendo Menu for Hope un'evento internazionale, ho preferito scrivere il post solamente in lingua inglese. Credo e spero che nessuno abbia difficoltà a comprendere il mio inglese scolastico, in caso contrario lasciate un commento: sono disponibile a fornire chiarimenti e informazioni.

mercoledì 28 novembre 2007

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Confettura di zucca al cardamomo



Cercavate mica una confettura deliziosa e, magari, versatile? Perchè io ho scoperto questa confettura di zucca che, oltre ad essere particolarmente buona e profumata, si è rivelata un vero jolly autunno-inverno.. è perfetta sul pane tostato, nelle crostate più rustiche, anche sulle dita se vi piace ma la sua vera morte è il formaggio stagionato, il pecorino in particolar modo.
Sarà che adoro sia la zucca che il cardamomo ma trovo sia irresistibile, e poi è divertente e appagante vedere l'espressione scettica di chi assaggia sfumare in un arrendevole sorrisino.
Io consiglio di passarla al minipimer, assumerà così una consistenza unica, cremosa e leggermente "sticky", che ricorda il lemon curd. È determinante la scelta della zucca che dev'essere a polpa soda, poco acquosa, io utilizzo sempre e solo la zucca violina, dalla forma allungata e lievemente schiacciata al centro.

La ricetta: Confettura di zucca al profumo di cardamomo
Ingredienti:
800 g di polpa di zucca
400 g di zucchero
1 limone
5-6 semi di cardamomo
Tagliare la zucca a fette e riunirla in una casseruola con 2 bicchieri d'acqua e un pezzo di buccia di limone, lo zucchero e i semi di cardamomo ridotti in polvere.
Cuocere a fiamma bassa, avendo cura di mescolare continuamente, finchè lo zucchero si sarà sciolto. Continuare la cottura per circa 40 minuti* e verificarne la consistenza versandone una goccia su un piattino freddo; quando la confettura è pronta, eliminare la scorza di limone e invasare immediatamente. Sistemare i vasi capovolti in una cesta, avvolgerli con una coperta e lasciarli raffreddare completamente.

*se preferite una confettura vellutata, a circa 30 minuti di cottura eliminate le scorze di limone e passate tutto al minipimer.

giovedì 15 novembre 2007

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Iron blog: la sfida



Ci siamo! Se state seguendo Iron Blog vi dico subito che è stata pubblicata da Kelablu la seconda sfida tra La ciliegina sulla torta e La cucina di Adina. Ciò che vedete in foto è il mio Pic Nic - Quiche al radicchio trevigiano tardivo e provolone Valpadana con zuppa di mais - che verrà giudicato niente popodimeno che dallo Chef Mauro Uliassi (!!). Per i dettagli andate a vedere qui. Non mi resta che fare un mega "In bocca al lupo" alle sfidanti, Elena e Jessica (si, sono io :P).

Aggiornamento del 16 novembre: è arrivato il verdetto. Curiosi?

martedì 13 novembre 2007

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Iron Blog!

Di che si tratta? Kelablu ha organizzato una sfida ai fornelli tra foodbloggers e la Ciliegina fa parte di questi.. non vi ho anticipato nulla fino ad ora, ma ora è il mio turno.. andate un po' a vedere!


Iron Blog

venerdì 9 novembre 2007

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Sablés aux olives noires


Avete letto bene : sablés alle olive nere. Due giorni fa, appena ho visto questi intriganti biscottoni sul meraviglioso Blog di Fanny, ho capito che avrei dovuto provarli al più presto e così è stato.
La ricetta appartiene all'ultimo libro che Hermè ha scritto con Julie Andrieu, Confidences sucrées, da ordinare al più presto e da mettere accanto al mio PH10. Hermè è un Genio, forse l'ho già detto? Questi sablés hanno una consistenza unica, una texture leggera e friabile data dalla presenza di un tuorlo d'uovo sodo (ricorda un po' la frolla bretone) e un' associazione dolce-salato interessantissima ma indescrivibile.. letteralmente 'to die for'.



La ricetta: Sablés aux olives noires (P. Hermè)
per 60 biscotti
Ingredienti:
1 uovo
400g di buon burro salato a temperatura ambiente
150ml di olio d'oliva fruttato
220g di zucchero a velo
500g di farina
100g di fecola di patate
140g di olive nere
Cuocere l'uovo facendolo bollire una decina di minuti. Una volta cotto, sgusciarlo e tenere soltanto il tuorlo. Affettare grossolanamente le olive.
Mescolare il burro, l'olio d'oliva, lo zucchero e il tuorlo sbriciolato finemente. Unire la farina e la fecola setacciate, le olive ed amalgamare il tutto velocemente, senza lavorare troppo l'impasto: è sufficiente che tutta la farina sia stata assorbita. Comprimere delicatamente l'impasto, avvolgerlo con pellicola alimentare e lasciarlo riposare in frigo tutta la notte.
Il giorno seguente, preriscaldare il forno a 160°C. Stendere l'impasto fino ad ottenere uno spessore di circa 6mm e, con un tagliapasta rotondo da 5,5cm ricavare i biscotti e posizionarli negli stampi di silicone per muffins o negli appositi stampi per biscotti. Cuocere per 18-20 minuti. Lasciar raffreddare su una griglia e conservare in scatole di latta.

Note: io ho preferito stendere l'impasto da freddo, è il metodo più faticoso ma sicuramente meno dannoso per l'impasto. Inoltre, dato che i biscotti sono tanti e l'impasto è delicatissimo, consiglio di tenerli in frigo fino al momento di sistemarli negli stampi.

mercoledì 31 ottobre 2007

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Trick or treat?



In questi giorni non si può andare da nessuna parte senza inciampare in ragnatele, pipistrelli e altri inutili e mostruosi gadgets Halloweeniani. Ok, a me Halloween non interessa.. con le zucche preferisco farci le brioches piuttosto che le lanterne. Ma cosa c’entra tutto ciò con i dolcetti della foto? Ecco, nel mio immaginario, se proprio dovessero bussare alla porta dei ragazzini travestiti da mummie e da fantasmi che gridano “dolcetto o scherzetto?”, sarei più contenta di far cadere nelle loro mani un po’ di queste fave dolci, piuttosto di quelle tristi ed indigeste caramelle plasticose piene di coloranti (fedeli alleate dei dentisti).

Le fave triestine, variante delle diffusissime fave dei morti, sono dei piccoli dolcetti a base di farina di mandorle, albumi e zucchero aromatizzati alla vaniglia, rosa e cioccolato; questi dolci dalle origini antichissime, qui a nord-est, riempiono le vetrine di tutte le pasticcerie nel periodo autunnale e la tradizione pagana vuole che si consumino il 2 novembre, in sostituzione degli omonimi legumi, come offerta ai defunti.

E voi, scegliereste il dolcetto o lo scherzetto?

La ricetta: Fave triestine
Ingredienti:
250 g di farina di mandorle
130 g farina 00
3 albumi medi
200 g di zucchero
1 cucchiao di alchermes
1 cucchiaio di di acqua di rose
3 cucchiai di cacao amaro
½ stecca di vaniglia
1 pizzico di sale
Unire in un recipiente la farina di mandorle, la farina 00, lo zucchero ed un pizzico di sale, aggiungere gli albumi un po’ alla volta ed impastare il tutto fino ad ottenere un composto piuttosto morbido e spumoso; potrebbe essere necessaria l’aggiunta di altra farina. Dividere in tre parti l’impasto ed aggiungere alla prima i semi della vaniglia, alla seconda l’acqua di rose e l’alchermes e alla terza il cacao. Formare con i tre impasti tante palline della grandezza di una nocciola e disporle sulla teglia ricoperta di carta forno. Cuocere a 100°C fino a quando i dolci non si saranno asciugati (circa 2 ore). Una volta fredde, conservarle in una scatola di latta. Consumare preferibilmente a partire dal giorno successivo.

martedì 23 ottobre 2007

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Il mio Pan di Zucca (preferito)!




Per quest’anno il World Bread Day è andato. E sì che avevo preparato e fotografato il mio pane (dolce) preferito per l’occasione, e invece niente.. niente computer, niente post. E io sapete che faccio? Ve lo presento oggi, dopotutto è sempre il momento giusto per queste cose, no? Soprattutto in questo periodo, siamo tutti ben disposti ad accendere il forno!
Ogni anno aspetto il periodo della zucca per preparare questo pane dolce e una miriade di altri buonissimi ‘comfort food’ autunnali (confetture, zuppe, gnocchi, ravioli..); quest’anno poi le zucche provengono direttamente dall’orticello di casa, per cui ne vado particolarmente fiera :)


Il pan di zucca ha accompagnato tutti gli autunni che riesco a ricordare, ma questo Pan di Zucca è tutta un’ altra cosa. La ricetta è stata modificata nel tempo fino a trovare le dosi che, secondo me, danno un risultato perfetto e.. dato che la sottoscritta pesa sempre TUTTO in modo maniacale.. la ricetta/ricerca è salva. Fiu. È una vera soddisfazione non dover più continuare a modificare la lavorazione, escludere ingredienti, aggiungerne altri pesando al grammo ogni cosa. Sono cose che a me capitano raramente in quanto (ahimè) penso sempre che ogni cosa sia migliorabile. In questo caso no.




La ricetta: Pan di Zucca
Ingredienti:
650 g di farina manitoba
400 g di purea di zucca *
10 g di lievito di birra disidratato (circa 1 bustina e mezza)
60 g di burro fuso
150 ml di latte tiepido
100 g di zucchero
1 pizzico di sale
1 bacca di vaniglia
uvetta a piacere
50 g di gelatina di albicocche
Mescolare il lievito e la farina e mettere da parte. Versare in un recipiente tutti gli ingredienti umidi, il sale, lo zucchero e i semi di vaniglia, mescolare e aggiungere la farina contenente il lievito secco; iniziare ad impastare, se l'impasto dovesse risultare appiccicoso (non c’è zucca uguale ad un’altra) aggiungere un po' di farina fino a raggiungere la consistenza dell’impasto per la pizza. Impastare per una decina di minuti, unire l’uvetta ammollata in acqua ed impastare ancora fino a quando l’impasto non si staccherà dalle pareti del recipiente; formare una palla, coprire con un canovaccio e lasciar lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio dell’impasto (da 1 a 2 ore).
Versare l'impasto sulla spianatoia e sgonfiarlo leggermente senza lavorarlo troppo, ricavare dall’impasto 20 palline e disporle in una teglia dai bordi alti (rivestita con carta forno) lasciando circa ½ cm di spazio tra l’una e l’altra. Coprire e lasciar lievitare finchè le briochine non saranno raddoppiate e tutte unite (1 oretta).
Infornare a 180°per 20' circa; una volta sfornate vanno subito spennellate con la gelatina di albicocche sciolta a fuoco dolce con poca acqua. Queste brioches si conservano per più di un giorno, ben chiuse in sacchetti di nylon.

* Per ottenere la purea di zucca: pulire la zucca, tagliarla a cubetti e cuocerla in forno con poca acqua o al vapore, fino a quando la polpa non risulta cotta (basta provare ad infilare una forchetta nella zucca). Una volta cotta è sufficiente passare la polpa nel passaverdura o, più semplicemente, frullarla.

lunedì 8 ottobre 2007

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I dolci della vendemmia


Avete mai mangiato i Sugoli? sono dei semplicissimi budini a base di mosto che si preparano nelle campagne venete ed emiliane (e non solo :-) quando è tempo di vendemmia.. un dolce povero d'altri tempi che viene ricordato con estrema nostalgia da diverse generazioni. In effetti sono un po'in ritardo per parlarvi di questo dolce: dell' uva, nelle vigne, non ne è rimasta neanche l'ombra.. ma, cercando bene, qualche grappolo d'uva sfuggita alla piagiatura si trova ancora, altrimenti va benissimo anche il mosto. Io ho utilizzato l'uva fragola (pare sia la più adatta) ma va bene qualsiasi tipo d'uva da vino, possibilmente nera. Non so perchè ma a me stanno davvero simpatici: oltre ad essere sani e deliziosi, sono quasi dietetici!

La ricetta: Sugoli (o Sughi)

Ingredienti:
700 g di uva da vino o 500 ml di mosto
2 cucchiai rasi di farina
1 cucchiaio raso di zucchero (solo se necessario)
cannella a piacere
Per chi (come me) non ha a disposizione il mosto: lavare accuratamente l'uva e mettere gli acini in una pentola, con mezzo bicchiere d'acqua; lasciar bollire fino a quando gli acini d'uva incominciano a rompersi, circa 5 minuti. Passare il tutto in un colino avendo cura di schiacciare l'uva per far uscire tutto il succo, circa 500 ml; versare il succo d'uva (o il mosto) in un pentolino ed aggiungervi la farina setacciata, la cannella e lo zucchero (se si usa uva fragola non è necessario), mescolare con una frusta e portare lentamente ad ebollizione, mescolando di continuo. Sono necessari circa 10 minuti di ebollizione affinchè la crema si addensi. Versare subito la crema negli stampini preferiti oppure in coppette, lasciar raffreddare completamente e conservare in frigo. Servire freddi.

martedì 2 ottobre 2007

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Parigi parte II



Entrando nella piccola boutique di Hermè, a due passi da Saint Sulpice, si ha sempre il sospetto di aver sbagliato numero: i turisti incuriositi sbirciano dall'esterno per capire se si tratta di alta moda o di dolcetti fashion.. e non hanno tutti i torti, del resto anche lui crea delle vere e proprie (dolcissime) collezioni stagionali!

Se si è in vacanza a Parigi è facile prendere il vizio di andare a prendere la colazione da lui.. basta un suo Croissant, il dolce più semplice, per rendersi conto della qualità degli ingredienti e della sapiente lavorazione che si nascondono dietro quella leggerezza; non a caso il Signor Croissant in questione ha addirittura vinto il titolo di miglior croissant di Parigi.. sicuramente di questo non potrò mai darvi conferma ma posso solo dirvi che è S T R A T O S F E R I C O e altamente peccaminoso! Tra le viennoiseries, fantastico anche il classico pain au chocolat e il croissant aux amandes, un croissant esagerato farcito con una morbida crema a base di pasta di mandorle, glassato e ricoperto con tante
mandorle in scaglie.



Nella foto qui sopra:

- gli "Ispahan" (macaron alla rosa e litchi con lamponi);
- i suoi classici "2000 Feuilles" al pralinato;
- i "Tango" (sablée al sesamo, crema al Parmigiano Reggiano, composta di lamponi e peperoncino, lamponi freschi e tuile al Parmigiano).

- il mio "Emotion Ispahan" (gelatina di litchi con lamponi freschi, composta di lamponi, crema alla rosa e macaron), un'autentica sinfonia di sapori in cui, inizialmente, vince l'acidità del lampone e il gusto deciso del litchi, solo alla fine si rivela la delicatezza della rosa, la nota persistente.


C'è da svenire davanti al bancone, tra le Emotions (i suoi "bicchierini"), i coloratissimi e stravaganti macarons e le diverse tartes, e persino un
dolce-scultura dal nome vagamente familiare..
Peccato solo che fare foto nella boutique di Hermè sia una vera tragedia: ci si trova inevitabilmente in mezzo ad una lunga fila di persone intente a scegliersi il dolcino-gioiello da portare via.. insomma, conciliare la scarsità della luce con il continuo via-vai è stato quasi impossibile. Altra cosa difficilissima è scegliere.. provare per credere!

Il bello di Hermè è che riesce sempre a stupire "azzardando" associazioni di ingredienti che, in alcuni casi, potrebbero sembrare davvero stonate e invece, sono proprio quelle note così differenti tra loro e così ricercate a rendere davvero completo ogni suo dolce.

E non potevano mancare i suoi macarons, per niente belli ma sicuramente i migliori che io abbia mai assaggiato; il guscio morbido si fonde perfettamente con la scioglievolezza delle ganache creando un "tutt'uno"
perfetto..



Nella foto qui sopra (dall'alto, in senso orario):
- macaron al pistacchio.. che mondo sarebbe senza pistacchio?
- macaron alla vaniglia, semplice ma da urlo.

- macaron alla rosa.. davvero delicatissimo.

- macaron al caramello e burro salato: il mio preferito!
- macaron Ispahan con ganache alla rosa e litchi e gelée di lamponi.

Peccato non poterci tornare così spesso!

martedì 25 settembre 2007

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Parigi parte I

Dopo una settimana passata a Parigi mi sono ritrovata sommersa da un numero scandaloso di foto da riordinare.. venirne fuori non è stato così semplice. Con l'adsl che si mette a fare i capricci le cose si complicano.
E Parigi? Parigi è sempre più bella, sarà che la ricordavo avvolta dal grigiore dei mesi invernali. Ogni volta che mi ritrovo a girare per i suoi quartieri mi sento un po' come Alice, trovo sempre qualcosa di insolito dietro l'angolo.. e quando si è curiosi come scimmie la cosa si fa interessante.
E quindi, tra l'ennesima visita alle strabilianti "Nymphéas" di Monet e al gigante Louvre, un po' di shopping ed una zuppa bollente, ho trovato un po' di tempo per curiosare nelle pasticcerie della città. Ed ecco un piccolo resoconto illustrato dell'aspetto più "dolce" di Parigi.



Ho deciso di dedicare ad Aoki questa prima parte, perchè si è fatto davvero desiderare (ho trovato chiuso due volte in rue vaugirard.. e neanche un cartello!) ma si è fatto anche perdonare, da buon perfezionista. La qualità dei suoi dolci è sempre elevata, riesce a rendere davvero perfetto l'equilibrio tra la classicità della pasticceria francese e i sapori tipicamente orientali. E così sono tornata due volte nella boutique Port Royal, giusto dietro il Val de Grace, dove ho potuto scattare qualche foto alle meraviglie "zen" che stavano dietro il bancone ed assaggiarne qualcuna.

Sono ricaduta sull'eclair e sul millefoglie al matcha.. la crema contenuta in entrambi è semplicemente perfetta, vellutata e decisamente ricca di tè, la sfoglia del millefoglie è da urlo.



Notevoli anche i croissants dalla sfoglia leggerissima e ben sviluppata, non troppo unta; belli da vedere e davvero divini! Interessante anche la versione al sesamo nero che ho provato ad imitare in passato.

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E da portare a casa? una scatola di coloratissimi macarons.. tra i miei dolci preferiti in assoluto. Mi hanno sempre fatto impazzire! Questi di Aoki sono deliziosi, meno estrosi rispetto a quelli di Hermè ma esteticamente perfetti e ripieni di ottime e scioglievoli ganache dai gusti sia tradizionali che non (3 su tutti: matcha, sesamo nero e ume). Provate a cliccare sulla foto!

Macarons

mercoledì 29 agosto 2007

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Mini cakes ai mirtilli



Quando vedo i mirtilli non riesco a fare a meno di associarli a dei soffici muffins ancora tiepidi e pieni di meravigliose bacche viola; i muffins si preparano in tempi record, piacciono davvero a tutti e ne esistono infinite varianti, sia dolci che salate. Dato che di muffins ne ho fatti davvero troppi, ultimamente cerco di camuffarli sotto forme diverse.. ed ecco i mini cakes, la mia ultima dolce "ossessione"!





La ricetta: Mini cakes ai mirtilli
per 8 mini cakes o 12 muffins medi
Ingredienti:
375 g di farina autolievitante
75 g di farina 00
2 uova intere
250 ml di latte
125 g di burro fuso
115 g di zucchero di canna
200 g di mirtilli lavati e asciugati
vaniglia a piacere
Preriscaldare il forno a 180°C. In un recipiente setacciare la farina, aggiungervi lo zucchero e i mirtilli e mescolare; sbattere le uova assieme al latte e alla vaniglia e versare sugli ingredienti asciutti, unire anche il burro fuso (tiepido) e mescolare velocemente con un cucchiaio di metallo fino a quando gli ingredienti risultano amalgamati (Melt&Mix). Affinchè il prodotto finale non risulti gommoso, il composto non dev'essere perfettamente liscio ma deve presentare alcuni piccoli grumi. Aiutandosi con due cucchiai, distribuire l'impasto negli stampini imburrati o negli appositi pirottini di carta, riempendoli per 3/4; cuocere per 30 minuti e fare la prova cottura infilandovi uno stecchino nel centro, quando questo uscirà perfettamente asciutto sfornare i dolci e lasciarli raffreddare. Servire freddi o tiepidi, sono migliori se consumati lo stesso giorno.

Nota: se utilizzate mirtilli surgelati utilizzateli subito, senza farli scongelare, altrimenti l'impasto si colorerà con il succo dei mirtilli.

lunedì 27 agosto 2007

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I ❤ crème brûlée



Come si fa a resistere al piacere di rompere il sottilissimo strato di croccante caramello per scoprire la delicatezza della crema alla vaniglia?
Il successo di questo dessert sta proprio nei contrasti tra il croccante e la cremosità, tra il sapore forte del caramello e la delicatezza della crema.. senza dimenticare che i dolci al cucchiaio hanno sempre una marcia in più, mettono a proprio agio e hanno quel non so che di infantile.
Spesso questo grande classico della pasticceria francese viene bistrattato qua in Italia.. sfido, è quasi impossibile trovarne una che sia fatta a regola d'arte: la consistenza non è mai quella giusta, per non parlare dello strato di zucchero caramellato ammorbidito che fa proprio passare la voglia di affondare il cucchiaino e.. la Vaniglia dov'è?? Eppure vi assicuro che non ci vuole tanto, anzi!

La ricetta: Crème brûlée à la vanille
Ingredienti:
1 litro di panna fresca
9 tuorli d'uovo
150 g di zucchero
1 baccello di vaniglia
zucchero di canna
Preriscaldare il forno a 150°C. Tagliare il baccello di vaniglia a metà, nel senso della lunghezza, prelevare i semi con l'aiuto di un coltello e metterli da parte. Sbattere i tuorli e lo zucchero con una frusta fino a sbiancare il composto. Versare la panna e i semi di vaniglia in un pentolino e scaldare su fuoco dolce, al primo accenno di bollore togliere subito dal fuoco, filtrare il tutto con uno chinois e versare gradualmente e molto lentamente sui tuorli avendo cura di mescolare continuamente; questo passaggio è molto importante in quanto permette di temperare i tuorli evitando che si cuociano. Distribuire in 6-9 cocottine individuali , riempiendole per 3/4; sistemare le cocottes in una teglia abbastanza alta e riempire d'acqua (le cocottes devono essere immerse per metà). Infornare e cuocere per circa 1 ora e 15', la crema dev'essere ben ferma sui bordi e morbida al centro.
Lasciar raffreddare completamente, coprire ogni cocotte con pellicola e lasciare in frigo per almeno 3 ore. Al momento di servire, distribuire un cucchiaino raso di zucchero di canna su ogni dessert e caramellare con l'apposito attrezzo o con il grill del forno.

Note: è possibile alleggerire il dessert sostituendo 250 ml di panna con la stessa quantità di latte.

giovedì 9 agosto 2007

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Il Gelato



Finalmente anche la ciliegina è riuscita ad assaggiare il famosissimo gelato di GROM.. "era ora" direte voi! ebbene si, mi ha completamente stravolto l'idea di gelato, o meglio, corrisponde al mio ideale (non più utopico) di Gelato. Quando devo "testare" un gelato provo sempre i gusti nocciola e pistacchio: per quanto mi riguarda sono la prova del 9 per stabilirne la qualità, sono due gusti davvero molto difficili da azzeccare; il cono alla nocciola tonda gentile delle Langhe (terza foto) mi è rimasto nel cuore, il pistacchio di Bronte sa incredibilmente di Pistacchio - "ma va?" - ma vi assicuro che non è poi così banale la cosa.. poi sono di una cremosità sorprendente, il gusto persiste e si sente l'inconfondibile presenza di crema inglese, eccome se si sente! E non è un miraggio. Sono sempre molto critica ma quando la qualità si sente ed è notevole non posso che provare una forte stima nei confronti di chi ha dato vita a questo ambizioso progetto; niente semilavorati ma solamente ingredienti selezionatissimi e frutta rigorosamente fresca e di stagione, molta della quale proveniente dall'azienda agricola Mura Mura , creata di recente dagli stessi soci fondatori di GROM.. scusatemi se è poco!

Se volete approfondire date un'occhiata al loro sito (cliccate l'immagine qui sotto), ma soprattutto andate a provarlo!

Sito ufficiale GROM

sabato 28 luglio 2007

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Green tea sweets



Non ho fatto nemmeno in tempo a tornare dalla fantastica settimana abruzzese che già avevo in testa questi fantastici biscottini di Kelly adocchiati sul dolcissimo blog di Fanny, anche lei matcha-addicted.. tempo di fare due conversioni e hop, mi sono ritrovata con questo accattivante impasto (verdissimo) tra le mani. Per un istante ho seriamente pensato di aver fatto una follia nel mettere tutto quel matcha da cerimonia in una frolla.. ma solo per un istante!
Non so perchè ma qualcosa mi fa pensare che questi 'Green tea sweets" diventeranno un vero tormentone modaiolo tra i food-bloggers di tutto il Mondo.. lo dicevo dal Cavoletto qualche giorno fa. B u o n i s s i m i. Serve dirlo? A prescindere dalla mia incondizionata passione per il matcha (potrei sembrare di parte), sono rimasta catturata soprattutto dalla consistenza perfettamente sabbiosa della frolla, cosa per nulla banale.. dunque, non vi resta che provare!




La ricetta: Green tea sweets
per 25 pezzi

Ingredienti:
90 g di zucchero a velo
140 g di burro a pezzetti
3 tuorli grandi (60 g)
1,5 cucchiai da tavola di matcha
220 g di farina
200 g di zucchero semolato per la copertura
Setacciare il matcha con lo zucchero a velo e varsarli nel recipiente della planetaria, unirvi il burro e lavorare con la foglia (o gancio K) fino ad ottenere un impasto perfettamente liscio ed omogeneo; unire la farina setacciata, continuando a lavorare, ed impastare fino a quando il tutto non risulta ben amalgamato; infine, aggiungere i tuorli e lavorare velocemente fino a quando non saranno ben incorporati nell'impasto. Formare un disco con l'impasto, coprirlo e lasciarlo in frigo per circa 30'. Preriscaldare il forno a 160-170°C, stendere l'impasto ad uno spessore di poco superiore ad 1 cm (io li ho fatti più bassi) e, con un tagliapasta di circa 5cm di diametro, ricavare i biscotti e passarli nello zucchero semolato. Sistemare i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocere per circa 15-20 minuti, i biscotti devono essere appena dorati sui bordi. Trasferire su una griglia di raffreddamento e lasciare che si raffreddino completamente. Conservare in una scatola di latta.

venerdì 13 luglio 2007

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Le mie meringhe



Fino a qualche anno fa detestavo le meringhe, tuttora non mi azzarderei mai ad assaggiarne una che non sia fatta in casa.. c'è poco da fare, sono due cose completamente diverse ed è stato un piacere scoprirlo. Adoro farne tantissime, quando ho albumi da utilizzare, si conservano a lungo e stupiscono anche il più diffidente. Questa ricetta è il risultato di tante tante prove, un vero lavoro di ricerca per riuscire a produrre la meringa perfetta: bianca, leggerissima, asciutta, friabile e profumata.

La ricetta: Meringhe francesi

Ingredienti:
200g di albumi*
200g di zucchero semolato
200g di zucchero a velo
1 pizzico di cremor tartaro

Mescolare le due qualità di zucchero e lasciare da parte. Versare gli albumi e il cremor tartaro in un recipiente, montarli a bassa velocità con le fruste elettriche fino a quando assumeranno una consistenza spumosa; senza fermare la frusta, iniziare ad aggiungere lo zucchero, un cucchiaio alla volta e continuare a montare aumentando man mano la velocità, fino a quando la massa non sarà perfettamente lucida e così soda da formare dei picchi ben fermi. In tutto bisogna montare almeno 15-20 minuti. Nel frattempo preparare una sac a poche con bocchetta larga e tre teglie rivestite con carta forno. Trasferire la meringa nella sacca da pasticcere e formare dei ciuffi sulle teglie, non serve distanziarli molto dato che la meringa non gonfia; per quanto riguarda le dimensioni, più piccole sono e prima asciugheranno, io le preferisco delle dimensioni di una ciliegia. Mettere le teglie in forno ventilato a 70 - 80°C (non di più!) e lasciare che le meringhe asciughino, ci vorranno circa tre ore, a seconda del vostro forno. Le meringhe sono pronte quando risultano perfettamente asciutte all'interno, leggerissime e friabili. Lasciare raffreddare in forno e conservare esclusivamente in scatole di latta.

* Gli albumi devono essere:
- temperati, io li lascio una notte fuori dal frigo;
- privi di ogni traccia di tuorlo, altrimenti non monteranno bene.

mercoledì 4 luglio 2007

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Confettura di ciliegie




Questa volta le ciliegie sono finite in pentola, erano davvero troppo dolci e belle per non farne una deliziosa conserva da tirare fuori nei momenti di nostalgia.. proprio per questo amo fare le marmellate e le conserve di tutti i tipi, lo trovo un modo per "prolungare" questi piccoli piaceri di stagione.
La confettura di ciliegie non mi è mai piaciuta per via dell'eccessiva dolcezza ma, quella fatta in casa, è stata una piacevole scoperta.. tra le confetture classiche casalinghe, assieme a quella di arance amare, è la mia preferita!
Nella riuscita delle confetture è determinante la qualità della frutta, ça va sans dire, meglio scegliere le qualità rosse a polpa soda; io ho utilizzato ciliegie di Vignola freschissime, dal colore rosso così intenso da ottenere una confettura di un bellissimo color rubino. Io preferisco lasciare le ciliegie intere perchè mi piace ottenere una confettura perfettamente limpida e trasparente, con le ciliegie ancora intatte al suo interno.


La ricetta: confettura di ciliegie
Ingredienti:
1 kg di ciliegie lavate e denocciolate

500g di zucchero semolato
1/2 bicchiere d'acqua
Mettere un piattino in freezer, servirà per il test di cottura. Versare lo zucchero, l'acqua e infine le ciliegie in una pentola capiente, portare ad ebollizione a fuoco dolce; mescolare di tanto in tanto e lasciar bollire circa 30 minuti, avendo cura di eliminare la schiuma che si forma in superficie; io non la lascio bollire mai più di 30 minuti, la frutta perderebbe tutto il suo colore e il sapore. Per verificare la cottura versare una goccia di confettura sul piattino freddo e attendere qualche minuto; se, muovendo il piattino, la goccia rimane ferma la cottura è perfetta. Versare subito in vasetti di vetro sterilizzati e perfettamente asciutti, chiudere bene le capsule, capovolgere e lasciare sotto coperta fino al giorno successivo; la confettura calda potrà sembrare liquida ma, il riposo e il lento raffreddamento la renderanno più soda.

giovedì 28 giugno 2007

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Cartucce napoletane


La prima volta che ho visto questi deliziosi dolcetti dall’aria così retrò, senza sapere neppure di cosa fossero fatti, ne sono rimasta subito affascinata. Si tratta di dolci tipici napoletani, in via di estinzione, preparati a partire da un impasto a base di farina di mandorle che viene fatto cuocere in appositi “cannelli” con tanto di caratteristiche cartine.. ne approfitto per ringraziare di cuore Ele che mi ha gentilmente fornito le attrezzature, dandomi la possibilità di preparare questi graziosissimi dolci. Per la ricetta, invece, ringrazio Elisabetta Cuomo per averla condivisa.


La ricetta: Cartucce napoletane
per 40 pezzi
Ingredienti:
200g di farina di mandorle
100g di farina "00"
50g di fecola
200g di zucchero
160g di burro morbido
20g di burro fuso
4 uova
un pizzico di bicarbonato d'ammonio
un pizzico di sale
3 gocce di essenza di mandorla amara
la scorza di un limone grattugiata

Mescolare la farina di mandorle con due uova sbattute e gli aromi,far riposare a temperatura ambiente per un’ ora. Lavorare il burro morbido con lo zucchero e l'ammoniaca, unire il composto di farina di mandorle e uova, un cucchiaio per volta, alternando con le altre due uova sbattute; mescolare con un cucchiaio e unire il burro fuso, infine unire la farina e la fecola setacciate, poco per volta. Lasciar riposare l’impasto per un’ora a temperatura ambiente. Trasferire l'impasto in un sac a poche con bocchetta liscia (1 cm di diametro) e distribuire il composto nei cannelli foderati con le cartine , riempiendoli fino al bordo del cannello. Infornare a 170° per 10 minuti poi abbassare a 160° e continuare per altri 8/10 minuti, la cartuccia deve rimanere chiara sotto la carta e dorata sulla parte superiore. La cottura va verificata a seconda del forno che si ha. Togliere le cartucce dal cannello e passarle sulla carta assorbente per eliminare l’unto.

mercoledì 20 giugno 2007

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Foresta Nera?



Amo molto i classici ma, prima o poi, mi ritrovo inevitabilmente a modificarli e reinventarli a seconda del mio gusto. Questa volta ho voluto rivisitare un classico della pasticceria tedesca, la Foresta Nera, un dolce che consiste in diversi strati alternati di torta al cioccolato e panna montata, farcita con ciliegie e ricoperta da scaglie di cioccolato. Non è proprio il mio genere di dolce, quindi ho pensato di trasformarlo in una prelibatezza altrettanto decadente ma tutto sommato fresca, cercando di conservare i sapori portanti dell’originale. Come potete vedere, ho composto un puzzle di varie ricette rivedute e corrette che ritenevo adatte a questa preparazione. Lo spunto, invece, l'ho trovato qui. Che dire? sono rimasta piacevolmente sorpresa dal risultato: un dessert davvero ben bilanciato e molto accattivante.



La ricetta: Mousse “Foresta Nera”
Per 6 monoporzioni


Biscuit al cacao
Ingredienti:
1 uovo grande
10 g di cacao amaro
20 g di zucchero
20g di farina
1 pizzico di sale
Montare le uova con lo zucchero e il sale, fino ad ottenere una massa bianca e spumosa; con una spatola incorporarvi lentamente la farina setacciata con il cacao, facendo attenzione a non smontare le uova. Versare in una teglia (20X20) rivestita di carta da forno ed infornare a 180°C per 15 minuti.


Mousse al cioccolato fondente
Ingredienti:
100g di cioccolato fondente 70 %(Valrhona Guanaja)
100 ml di latte
200 ml di panna fresca
2 g di gelatina in fogli
50 g di zucchero
Mettere la gelatina in ammollo in acqua fredda per 5 minuti; portare il latte a bollore e sciogliervi lo zucchero e la gelatina. Fondere il cioccolato a bagnomaria e versarvi il latte caldo a filo, mescolando con una frusta in modo da ottenere una crema molto lucida. Lasciare che la crema di cioccolato si raffreddi completamente ed incorporarvi delicatamente la panna semimontata (non dev’essere soda ma cremosa).


Mousse al cioccolato bianco
Ingredienti:
200g di cioccolato bianco (Valrhona Ivoire)
150g di latte intero fresco
2 g di gelatina
200g di panna fresca
Far bollire il latte, aggiungervi la gelatina precedentemente ammollata per 5 minuti in acqua fredda e ben strizzata, sciogliere bene. Fondere il cioccolato a bagno maria e versarvi sopra il latte girando delicatamente la crema con una spatola. Lasciare intiepidire la crema ed incorporarvi la panna semimontata.


Gelée di ciliegie
Ingredienti:
200 g di ciliegie denocciolate
100 g di zucchero
3 cucchiai d’acqua
5 g di gelatina in fogli
Versare l’acqua, lo zucchero e le ciliegie in un pentolino, lasciar bollire una decina di minuti; spegnere quando le ciliegie risultano ben ammorbidite. Ammollare la gelatina in acqua fredda. Separare le ciliegie dallo sciroppo ottenuto e pesare 185g di sciroppo, quindi sciogliervi la gelatina. Lasciar raffreddare completamete.


Composizione del dolce

Preparare il biscuit e la mousse al cioccolato. Foderare internamente sei anelli inox (6-7 cm di diametro) con delle striscioline di acetato (larghe poco più della circonferenza degli anelli e alte poco più della loro altezza), in questo modo non si avrà alcun problema al momento di sformare i desserts. Ricavare dal biscuit sei dischetti (stesso diametro degli anelli) ed introdurli sul fondo degli anelli inox; riempire tutti gli stampi a metà con la mousse al cioccolato e lasciare qualche ora in freezer a rapprendere. Preparare la mousse al cioccolato bianco e riempire quasi del tutto i cerchi inox, lasciare nuovamente in freezer. Preparare la gelatina di ciliegie, disporre alcune ciliegie sulla mousse e versarvi un sottile strato di gelatina. Rimettere nuovamente in freezer per alcune ore. Togliere dal congelatore un ora prima di servire, posizionare i dolci sui piatti da portata e togliere prima i cerchi inox e poi l’acetato.


giovedì 14 giugno 2007

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Mousse al cioccolato express




Per i nostalgici del cioccolato e per quei golosi che non hanno tempo per preparare il dolce o non hanno voglia di stare ai fornelli: una mousse al cioccolato p-e-r-f-e-t-t-a in poco più di due minuti.


La ricetta: Mousse al cioccolato

Ingredienti:
400g di panna freschissima da montare
8 cucchiai di ottimo cacao amaro
2-3 cucchiaini di caffè solubile in polvere
zucchero a velo q.b.
2 cucchiai di rum o cognac

Mescolare tutti gli ingredienti facendo attenzione che non ci siano grumi, versare tutto nel sifone, chiudere la capsula ed inserirvi l' azoto; lasciare in frigo almeno 3-4 ore. Al momento di servire, scuotere una decina di volte il sifone ed erogare la mousse direttamente nelle coppette.. pronta!

lunedì 11 giugno 2007

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Paris-Brest



Ed ecco un classico della Pâtisserie française creato nel 1891, in occasione della leggendaria gara ciclistica Paris-Brest-Paris, da un pasticciere parigino il quale ebbe la geniale idea di dare ai suoi éclairs (dolci di pasta choux farcita dalla forma allungata) la forma di una ruota di bicicletta.
Il Paris-Brest consiste in un “guscio” di pasta choux a forma di grande anello, farcito con crema praliné e guarnito con mandorle tostate e zucchero a velo.


La ricetta: Paris-Brest
per 12 Paris-Brest individuali


Pate à choux
Ingredienti:
250g acqua

150g di farina

100g burro

4 uova
1 pizzico di sale
scaglie di mandorla per decorare
In una casseruola portare a bollore l'acqua, il sale e il burro; togliere dal fuoco e unirvi la farina setacciata, amalgamare bene il tutto e rimettere sul fuoco continuando a mescolare, in questo modo l’impasto si asciugherà. Quando l’impasto sfrigola e si stacca dalle pareti, formando una palla, togliere dal fuoco e lasciar raffreddare completamente. Versare l’impasto in un robot ed unirvi le uova, una alla volta, impastare in modo da ottenere un impasto liscio. Trasferire l’impasto in un sac à poche (bocchetta da 1,5cm) e formare, sulla leccarda rivestita con carta forno, tanti cerchi di circa 7-8 cm di diametro, ben distanziati tra loro (circa 6 per teglia). Guarnire ogni ruota con le scaglie di mandorla. Preriscaldare il forno a 180°C (statico) e infornare per 20 minuti, alzare la temperatura a 200°C e cuocere ancora per circa 10–15 minuti, sono pronti quando l’impasto risulta asciutto e dorato.


Crema praliné di P.Hermè
300g di crema al burro
225g di crema pasticcera

90g di praliné
Ingredienti per la crema al burro:
250g di burro
50ml d'acqua
140g di zucchero semolato
2 uova intere
2 tuorli
Lavorare il burro a pomata. Far bollire acqua e zucchero, senza mescolare, portare a 120°C. Nel frattempo montare le uova con le fruste elettriche, fino a farle diventare bianche e spumose, versarvi a filo lo sciroppo a 120°C continuando a montare fino al completo raffreddamento della massa. Unire il burro, un po’ alla volta, continuando a montare.

Temperare tutte le preparazioni lasciandole a temperatura ambiente. Incorporare la crema pasticciera nella crema al burro, unirvi il praliné. Lasciare qualche ora in frigo prima di utilizzare.


Per la crema pasticcera potete seguire la vostra ricetta preferita, questa è la mia ricetta:

Crema pasticcera
Ingredienti:
250g di latte intero
mezza stecca di vaniglia
la scorza di un limone
50g di tuorli (2)
50g di zucchero
1 cucchiaio raso di maizena
Lavorare i tuorli con lo zucchero e la maizena. Portare a bollore il latte con la vaniglia e le scorze di limone, togliere dal fuoco ed eliminare le scorze e la vaniglia, versarvi il composto a base di tuorli e mescolare; rimettere la crema sul fuoco e portare a 82°C continuando a mescolare, togliere subito dal fuoco e versare in un recipiente freddo affinché si raffreddi prima.


Il praliné si può fare in casa o acquistare, ecco la ricetta che ho seguito per prepararlo:

Praliné di mandorle e nocciole
Ingredienti:
100g di mandorle tostate
100g di nocciole tostate
200g di zucchero
60g di acqua
Versare l’acqua e lo zucchero in una pentola a fondo spesso, portare a bollore senza mescolare; quando il caramello incomincia a prendere colore, versarvi le mandorle e le nocciole e mescolare continuamente. Il caramello, ad un certo punto, si solidificherà assumendo un aspetto sabbioso, poi riprenderà a sciogliersi; non appena assumerà il colore caratteristico, toglierlo dal fuoco e versarlo subito su carta da forno, facendo molta attenzione a non ustionarsi. Quando il croccante sarà completamente freddo, spezzettarlo e frullarlo a lungo con un mixer, fino ad ottenere una crema densa e liscia. Versare in un barattolo e conservare in frigo.

Composizione del dolce

Tagliare a metà gli anelli di pasta choux e, con l’aiuto di un sac a poche munito di bocchetta a stella, farcire ogni guscio con la crema pralinata, ricoprire e spolverare con zucchero a velo.

giovedì 7 giugno 2007

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Mousse Ivoire, matcha e pistacchio





Che il matcha, il cioccolato bianco e i pistacchi siano fatti l'uno per l'altro non è una novità.. è stato Hermè a lanciare questo "triangolo" vincente con i famosissimi tartufini, che impazzavano qualche tempo fa nella blogosfera francofona (per esempio qui e qui).
Questa non è nemmeno la prima volta che "acchiappo" l'idea per poi applicarla ad un'altra preparazione di base, e vi assicuro che con questi tre ingrdienti non si sbaglia mai!


Avevo delle fave Ivoire da utilizzare, l'idea della mousse è stata immediata: è facile, si prepara in un lampo e piace (quasi) a tutti; poi mi è saltato in mente di farci entrare anche il matcha..e a quel punto non potevo non finire con una bella manciata di pistacchi!



La ricetta: mousse Ivoire al matcha e pistacchi
Ingredienti:
200g di cioccolato bianco (Ivoire Valrhona)
150g di latte intero fresco
2g di gelatina (1 foglio)
200g di panna fresca
1 cucchiaino raso da tè di matcha
100g di pistacchi

Far bollire il latte, aggiungervi la gelatina precedentemente ammollata per 5 minuti in acqua fredda e ben strizzata, sciogliere bene. Fondere il cioccolato a bagno maria e versarvi sopra il latte girando delicatamente la crema con una spatola. Prelevare un terzo della crema ed unirvi il matcha setacciato, mescolare bene in modo da eliminare eventuali grumi. Lasciare intiepidire le creme ed incorporare 2/3 di panna semimontata alla crema bianca e 1/3 alla crema al matcha, lavorare dal basso verso l’alto con la spatola.
Versare nei bicchierini o nelle coppette la mousse bianca e ricoprire con uno strato più piccolo di mousse al matcha. Lasciare in frigo 3-4 ore, ricoprire con granella di pistacchi e servire.

lunedì 4 giugno 2007

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Clafoutis alle ciliegie




Si vede che le adoro? In effetti è così. Penso sia sempre più difficile trovare ciliegie che, dietro una sfacciata bellezza, non nascondano una pessima qualità. Eppure è difficile non cedere.. dopotutto, tra le tante volte in cui si finisce col mangiare "acqua", arriva il colpo di fortuna che, per una volta, ci regala le ciliegie perfette, come queste, a polpa soda e dolcissima.

Se siete così fortunati da averne troppe, quando vi sarete stancati di mangiarle, vi consiglio di farci un clafoutis: si tratta di un semplicissimo dolce al cucchiaio di origine francese a base di ciliegie e pâte à crêpe; secondo la ricetta originale, le ciliegie andrebbero utilizzate intere, infatti pare che i noccioli rilascino un particolare aroma al dolce in fase di cottura.



La ricetta: Clafoutis alle ciliegie

Ingredienti:
700g di ciliegie
3 uova grandi
100g di zucchero di canna
40g di farina
40g di maizena
40g di farina di mandorle (facoltativo)
300ml latte intero
2 cucchiai di panna fresca
estratto di vaniglia a piacere
1 pizzico di sale burro per imburrare la teglia

Preriscaldare il forno a 180C°.
Lavare le ciliegie, denocciolarle (io l'ho fatto) e disporle sul fondo di una tortiera precedentemente imburrata. Montare le uova con lo zucchero, aggiungervi la vaniglia, il sale, le farine e, per ultimi, il latte e la panna; lavorare il tutto fino ad ottenere un composto perfettamente omogeneo. Versare la pastella ottenuta nella tortiera e infornare il clafoutis per 40-45 minuti circa: quando è bello gonfio e dorato, è pronto. Cospargere il clafoutis con dello zucchero di canna e portare in tavola tiepido.

Varianti: il clafoutis classico è a base di ciliegie, tuttavia si può fare con diversi tipi di frutta, a seconda della stagione, sono particolarmente indicati frutti a polpa soda come le susine, le pesche, le albicocche, le fragole, il rabarbaro (che non è un frutto), le mele e le pere.

venerdì 1 giugno 2007

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Bicchierini di panna cotta




Devo ammettere di avere un vero debole per le fragole (e per le ciliegie, ovvio), quando sono tante e sono anche buone bisogna approfittarne! Sono perfette anche così, al naturale, ma.. perchè non trasformarle in un dolce fresco ed estivo?
Ed eccole abbinate alla classica panna cotta: semplice, versatile, fresca, si prepara in un attimo e continua a suscitare una grande approvazione; fatta di pochi e semplici ingredienti, basta un po' di fantasia per renderla ogni volta diversa. Se avete ospiti poi, i bicchierini sono l'ideale, è sufficiente tirarli fuori dal frigo..et voilà, dessert in tavola!

La ricetta: Panna cotta con gelée di fragole

Per la panna cotta

Ingredienti:
300 g di panna fresca
200 g di latte
50 g di zucchero
1 stecca di vaniglia
10 g di gelatina in fogli*
Ammollare la gelatina in acqua fredda. Portare a bollore la panna con lo zucchero, il latte e la stecca di vaniglia; appena raggiunge il bollore allontanare dal fuoco e aggiungervi la gelatina ben strizzata, mescolare e lasciare a temperatura ambiente.


Per la gelée di fragole

Ingredienti:
250 g di fragole
1-2-cucchiai di zucchero
5 g di gelatina in fogli*
Lavare le fragole, eliminare le foglie e frullarle assieme allo zucchero; passare la purea ottenuta con un colino per eliminare tutti i semini delle fragole (non è obbligatorio). Ammollare la gelatina in acqua fredda. Scaldare una parte della purea a bagnomaria, senza che questa raggiunga il bollore, sciogliervi la gelatina e mescolare; unire al resto della purea avendo cura di mescolare molto velocemente.


Composizione del dolce

Versare i vari strati nei bicchierini o nelle coppette: ad ogni strato lasciare i bicchierini in congelatore per una ventina di minuti, prima di passare allo strato successivo. Una volta completati, lasciare in frigo qualche ora. Guarnire con frutta fresca e servire.

Varianti: la panna cotta, essendo molto neutra, può essere abbinata ad infinite gelatine a base di frutta fresca, basta sostituire le fragole con la frutta che più vi piace.

*se utilizzate colla di pesce della paneangeli, ne basta metà della dose indicata.