giovedì 25 dicembre 2008

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Tanti auguri!


Buon Natale_ciliegina

lunedì 15 dicembre 2008

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Biscotti natalizi: Zimtsterne

Biscotti di Natale: Zimtsterne
Ecco un’altra ricetta che forse farà felici le persone che sono ancora alla disperata ricerca dei biscotti da inserire nella produzione natalizia e, magari, confonderà ulteriormente quelli che invece hanno già la tabella di marcia pronta; lo dico perché ne so qualcosa, voglio dire, mi capita troppo spesso di vedere all’ultimo momento un’altra ricetta che “nooo, questi li devo faree!”. Mi hanno sempre affascinato e commosso allo stesso tempo queste stelline glassate ma, per una cosa o per l’altra, non le avevo mai fatte prima d’ora. Esiste un biscotto più natalizio di questo? Dalla glassa bianca effetto neve al profumo di spezie che riempie la casa, le Zimtsterne fanno subito Natale.. e poi sono piacevolissime da preparare quando fuori piove e fa freddo. Ho fatto giusto in tempo ad impacchettarne una buona quantità da regalare, e quelle che sono rimaste temo che non arriveranno al giorno di Natale!


Biscotti di Natale: Zimtsterne
La ricetta: Zimtsterne
Per circa 40 stelline
Ingredienti:
  • 400 g di farina di mandorle
  • 200 g di zucchero a velo
  • 2 albumi medi (circa 70 g)
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • 3 cucchiaini rasi di cannella in polvere
  • ½ cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1 punta di cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
  • 1 bacca di vaniglia
  • 1 pizzico di sale
Per la glassa reale:
  • 1 albume (possibilmente pastorizzato)
  • 200 g di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino di succo di limone
In una ciotola unire la farina di mandorle, le spezie e il sale. Montare gli albumi con le fruste, una volta diventati spumosi (non sodi) aggiungere il succo di limone e, un po’ alla volta, lo zucchero a velo; continuare a montare fino a quando il composto non sarà lucido e ben fermo. Unire la meringa agli ingredienti asciutti, un po’ per volta, avendo cura di incorporarla delicatamente; non è detto che sia necessario utilizzare tutti gli albumi, quando l’impasto risulterà sufficientemente plastico ed idratato da essere lavorato senza difficoltà (toccandolo non deve appiccicarsi alle mani) avvolgere nella pellicola e lasciar riposare in frigo almeno 1 ora. Preriscaldare il forno a 150°C. Cospargere il piano di lavoro con poco zucchero a velo e stendervi l’impasto ad uno spessore di circa mezzo centimetro; con un tagliapasta a forma di stella ritagliare le stelle e sistemarle su teglie ricoperte di carta forno. Cuocere per circa 15 minuti, trasferire su una griglia e lasciar raffreddare completamente. Preparare la glassa: montare l’albume, unire il succo di limone e lo zucchero setacciato e continuare a montare fino a quando la glassa non diventa lucida; aggiungere zucchero se la glassa risulta troppo liquida o alcune gocce di limone se invece sembra troppo consistente. È possibile preparare la glassa in anticipo e conservarla in frigo ben chiusa in un contenitore a chiusura ermetica per non farla asciugare. Con l’aiuto di un coltellino distribuire la glassa su ogni biscotto e lasciarla asciugare completamente (ci vorranno diverse ore). Conservare in una scatola di latta.

Biscotti di Natale: ZimtsterneBiscotti di Natale: Zimtsterne

Altre idee per i vostri pacchettini di biscotti natalizi?

  1. le meringhe, se vi piacciono i classici e avete un sacco di albumi da utilizzare..
  2. i lemon meltaways se, come me, avete una fissa per tutto ciò che è bianco e profuma deliziosamente di limone;
  3. i sablés alle olive nere, per i golosi più coraggiosi, sono una vera scoperta!
  4. i green tea sweets, sablés al matcha per gli addicted di questo prezioso té verde;
  5. i spoon dent biscuits, per quelli che amano i sapori semplici;
  6. i biscotti al sesamo nero, se volete dare un tocco orientale ai soliti frollini (e utilizzare la sparabiscotti nuova che non ricordate neanche più di avere :)
  7. i brutti e buoni, a base di nocciole, così buoni da sembrare quasi belli!

martedì 9 dicembre 2008

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Biscotti natalizi: Lemon meltaways

Lemon Meltaways

L'atmosfera natalizia incalza ormai da tempo e, come ogni anno, nonostante il Natale sia una delle poche feste che mi piacciono proprio tanto, mi ritrovo già con l'ansia da "ma è già Natale??" oppure "Oddio, devo ancora pensare ai regali!" e ancora "Chissà se quest'anno riuscirò a fare i biscotti?" e via dicendo. Poi, per fortuna, ci sono anche i tantissimi lati positivi, tipo.. fare i regali e preparare una montagna di biscotti, appunto, soprattutto quando le due cose sono associate! Oggi vi segnalo una ricetta favolosa vista qualche mese fa dalla bravissima Aran e subito messa in lista proprio per i biscotti natalizi; ora che l'ho provata posso dire che non ha deluso nemmeno un po'le alte aspettative: questi biscotti al limone sabbiosi si sciolgono letteralmente in bocca e il rapporto limone/zucchero, cosa per nulla banale, è a dir poco perfetto.. per non parlare del loro aspetto così invernale da renderli perfetti per un regalino natalizio.


Lemon Meltaways
La ricetta: Lemon meltaways
Ingredienti:
  • 160 g di burro morbido
  • 125 g di zucchero a velo
  • 1 bacca di vaniglia
  • la scorza grattugiata di due limoni
  • 2 cucchiai di succo di limone
  • 260 g di farina 00
  • 20 g di maizena
  • 1 pizzico di sale
  • zucchero a velo per decorare
Versare nella planetaria (o nel robot) il burro con lo zucchero, le scorze di limone e i semi della vaniglia e lavorare il tutto fino ad ottenere una crema omogenea; unire il succo di limone ed il sale e mescolare. Versare tutta la farina setacciata assieme alla maizena e lavorare velocemente fino a quando tutti gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Formare con l'impasto un salsicciotto di circa 5 cm di diametro, avvolgerlo nella carta forno e lasciarlo in frigorifero tutta la notte. Preriscaldare il forno a 180°C, ricavare dall'impasto freddo tante rondelle dello spessore di circa 1 cm o poco più, sistemarle su una leccarda ricoperta di carta forno e cuocere per 12 minuti. Una volta cotti, tirarli fuori dal forno e lasciarli raffreddare leggermente, passare nello zucchero a velo ancora caldi e lasciarli raffreddare su una griglia. Conservare in scatole di latta.

lunedì 24 novembre 2008

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La prima volta con le mele cotogne


Fuori stanno cadendo i primi fiocchi di neve ed io sto per parlarvi di una cosa fatta meno di un mese fa, in una calda giornata di sole splendente. "E quindi?" direte voi. Beh, adoro il sole e mi piace da matti la neve ma ciò che voglio dire è che queste nonstagioni mi disorientano totalmente.. è vero che accumulo foto e ricette a non finire ma, guardando queste foto, mi sembra davvero di averle fatte in estate, e invece è passato meno di un mese (per fortuna). Insomma, un mesetto fa ho messo mano per la prima volta sulle mele cotogne (anche se credo siano pere) e ho deciso di preparare sia la confettura che la cotognata sotto forma di simil gelatine. Sono piaciute entrambe così tanto che in giardino c'è già un giovane melo impaziente di essere piantato! Dato che avevo una marea di possibili ricette e, non avendo la minima esperienza con questo frutto, ho fatto un puzzle di diverse ricette e quello che ne è venuto fuori potete vederlo nelle foto. Sono più che soddisfatta grazie soprattutto alla bontà di questo frutto e alla persona che mi ha dato la possibilità di sperimentare.


La ricetta: Confettura e gelatine di mele cotogne
Ingredienti:
  • 2 kg di mele/pere cotogne
  • 1 kg di zucchero
  • 400 ml d'acqua
  • Il succo di 2 limoni
Lavare molto bene le mele, tagliarle in quarti ed eliminare i semi (senza sbucciarle), versarle in una pentola e unire il succo dei due limoni e l'acqua. Cuocere fino a quando le mele non risulteranno molto morbide (circa 30 minuti), a questo punto passare il tutto nel passaverdure in modo da ottenere una purea; rimettere nella pentola pulita la purea e lo zucchero e portare a bollore, mescolare di continuo e cuocere fino a quando non assume la colorazione caratteristica e la consistenza giusta. Se volete fare la confettura, a questo punto, invasate e mettete i vasetti capovolti a riposare sotto coperta fino a completo raffreddamento. Se invece volete fare le gelatine, continuate semplicemente a cuocere mescolando senza sosta (tende ad attaccarsi) fino a quando la confettura non si sarà addensata in modo evidente e incomincerà a staccarsi dalla pentola. Inumidire una o più teglie rettangolari e versarvi la cotognata bollente in modo da formare uno strato spesso circa 2 centimetri, livellare e lasciar raffreddare. Coprire con un canovaccio pulito e lasciare asciugare diversi giorni (a seconda dell'umidità); sformare la cotognata, ritagliare tanti cubetti e passarli nello zucchero semolato.

domenica 9 novembre 2008

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The ultimate pumpkin pie



Ogni anno, in questo periodo, mi ritrovo a digitare ccompulsivamente la parola “pumpkin” più o meno in tutti i campi di ricerca che incontro sul web, con la speranza di trovare ricette diverse dal solito per impiegare il mio piccolo esercito di zucche trepidanti. Credo di aver avuto una fortuna sfacciata il giorno in cui sono inciampata su questa ricetta: il titolo già fa sognare ma non basta, la foto ti fa venire l’impulso di correre ad aprire la prima zucca che ti capita a tiro (e anche sperare che parte della fetta mancante sia destinata proprio a te) ma resisti, non ti resta che esaminare scrupolosamente la ricetta e renderti conto che quella.. no, non è la solita pumkin pie. Ho provato diverse volte a fare le crostate di zucca american-style ma, nonostante fossero buone, le ho sempre trovate piuttosto “piatte” e poco interessanti nella loro dolcezza assoluta. Questa caramel pumpkin pie, che invece gioca con la sua dolcezza speziata dominante lasciando spazio al quasi amaro del caramello e al salato della base, mi è sembrata davvero ben costruita. Vi lascio la traduzione con conversioni così, se dovesse venirvi la voglia di farla, non dovrete annoiarvi con le tabelle di conversione. Per la cronaca, ho fatto modifiche: per la base ho utilizzato la mia solita ricetta di pasta brisée (a dire il vero è del ricettario del Bimby) perché quella di Gourmet non mi convinceva per la quantità esagerata di burro e ho anche saltato la cottura in bianco.. per il resto mi sono attenuta. Con queste dosi ho ottenuto una crostata grande e piuttosto alta e, con quel che è rimasto, tre mini crostatine.

La ricetta: Caramel pumpkin pie

Adattata da Gourmet
Ingredienti:

Per il ripieno
  • 200 g di zucchero
  • 80 ml di acqua
  • 475 ml di panna fresca
  • 420 g di purea di zucca (come si fa?)
  • 1 cucchiaino e ¼ di cannella in polvere
  • 1 cucchiaino e ¼ di zenzero in polvere
  • ¼ di cucchiaino di noce moscata in polvere
  • 1 pizzico di chiodi di garofano in polvere
  • ½ cucchiaino raso di sale
  • 4 uova grandi lievemente sbattute
Per la base:
  • 250 g di farina
  • 125 g di burro freddo
  • 60 g di acqua fredda
  • una punta di cucchiaino di sale
Preparare la base inserendo la farina, il sale, il burro a pezzetti, e l’acqua fredda nel frullatore e lavorare velocemente il tutto fino a quando gli ingredienti non si saranno amalgamati formando una palla (per chi ha il bimby saranno sufficienti 20 secondi a velocità 6); avvolgere l’impasto con pellicola alimentare e lasciar riposare in frigo mezz’ora. Nel frattempo preparare il ripieno. In un pentolino dalle sponde alte portare a bollore l’acqua con lo zucchero, evitando di mescolare, fino ad ottenere un bel caramello dorato scuro (ci vorranno 10 minuti circa, io avrei dovuto lasciarlo scurire ancora un attimo); togliere subito dal fuoco ed unire a più riprese la panna (io l’ho scaldata senza bollirla), con molta cautela e mescolando continuamente, noterete che il composto inizialmente tenderà a bollire molto violentemente. Riportare sul fuoco e portare ad un lievissimo bollore, sempre mescolando. In un recipiente grande mescolare la purea di zucca con il sale e le spezie, unire gradualmente il composto caldo ed amalgamare, aggiungere anche le uova e lavorare il composto con la frusta in modo da ottenere una crema omogenea. Stendere la pasta brisée e foderarvi uno stampo da crostata (25 cm di diametro e circa 5 di altezza), bucherellare il fondo con una forchetta e versarvi il ripieno arrivando quasi al bordo. Infornare in forno preriscaldato a 180°C e cuocere per circa 55-60 minuti o fino a quando il centro del ripieno non risulterà rappreso. Lasciar raffreddare il dolce completamente prima di sformarlo.

Altre ricette con la zucca:

lunedì 27 ottobre 2008

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Cinnamon rolls



Esiste un modo migliore per incominciare la giornata? Personalmente, trovo che una brioche calda appena sfornata con un buon tè o caffelatte sia il massimo che si possa sognare di trovare sul tavolo al mattino. Utopia? Facciamo la domenica mattina, quando almeno non si è costretti a varcare la porta di corsa e magari a stomaco vuoto. In estate non mi passa nemmeno per la testa di alzarmi presto per preparare le brioches ma, appena incomincia il freddo, incomincio a cercare tutte queste cosine morbide e coccolose e le faccio non appena possibile.. la domenica, appunto. Tra le (tante) briochine preferite ci sono queste cinnamon rolls, delle spirali morbidissime farcite semplicemente con zucchero profumato alla cannella e glassate; niente poolish o procedimenti complessi, solitamente si realizzano in meno di tre ore ma ricordate che ogni impasto vuole il suo tempo, per cui guardate lui e non l’orologio!




La ricetta: cinnamon rolls
Ingredienti:

Per l’impasto
  • 500 g di farina Manitoba (oppure metà Manitoba e metà “00”)
  • 20 g di lievito di birra (oppure 7 g di lievito disidratato)
  • 50 g di zucchero semolato
  • 60 g di burro fuso raffreddato
  • 1 uovo grande leggermente sbattuto (a temperatura ambiente)
  • 250 ml di latte appena tiepido
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bacca di vaniglia
Per lo zucchero profumato alla cannella
  • 100 g di zucchero
  • 1 cucchiaino colmo di cannella in polvere
Per la glassa
  • zucchero a velo a piacere
  • acqua q.b.

Sciogliere il lievito di birra sbriciolato in poco latte tiepido. Versare la farina setacciata nella planetaria, unire tutti gli altri ingredienti ed impastare a velocità minima per una decina di minuti, l’impasto deve risultare morbido, liscio ed elastico. Il latte non va aggiunto tutto assieme, potrebbe essere troppo o troppo poco, a seconda del potere di assorbimento della vostra farina. Versare l’impasto sulla spianatoia e lavorarlo a mano per qualche minuto; formare una palla con l’impasto, metterla in un recipiente, coprire con pellicola e lasciar lievitare in un luogo tiepido per 1-2 ore, fino a quando il volume non sarà raddoppiato. Versare l’impasto sulla spianatoia leggermente infarinata, sgonfiarlo leggermente e stenderlo cercando di formare un quadrato spesso circa mezzo centimetro; distribuire lo zucchero profumato alla cannella su tutto il quadrato (lasciare 1 bordo di un centimetro) e arrotolare l’impasto in modo da ottenere un rotolo. Sigillare il lato aperto aiutandosi con pochissima acqua e, con l’aiuto di un coltello affilato, ricavare dal rotolo fette spesse circa 1,5 cm (facendo attenzione a non far fuoriuscire tutto lo zucchero). Rivestire una teglia con carta forno e sistemarvi le cinnamon rolls ben distanziate l’una dall’altra. Rimettere il tutto in un luogo tiepido e lasciar lievitare fino a quando le brioches non saranno raddoppiate (circa 1 ora). Infornare a 180°C fino a quando non saranno belle dorate. Sfornare e trasferire su una griglia di raffreddamento; preparare una glassa mescolando lo zucchero a velo con pochissima acqua, regolare la consistenza in modo da avere una glassa né troppo liquida né troppo consistente, e glassare a piacere le brioches facendo cadere la glassa da un cucchiaino. Servire tiepide o fredde.

lunedì 6 ottobre 2008

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Ancora fichi: la confettura!


Come promesso, vi lascio al volo due foto ricordo della confettura di fichi duemilaotto. La ricetta è sempre la stessa, l'importante è conservare tutti i profumi e i colori della frutta con una cottura dolce e non troppo prolungata; i fichi che ho utilizzato per questa confettura provengono direttamente dal mio alberello che, mai come quest'anno, ci ha conquistati con i suoi frutti dalla polpa rosata e dal sapore delicatissimo che ormai sono solo un bel ricordo. Almeno per un altro po' di mesi potrò godermi questa fantastica confettura che racchiude in sè tutto il gusto di quei frutti.. si lo so, sono una nostalgica della frutta di stagione, che vi devo dire? E pensare che non vi ho ancora mostrato la confetturina di more (deliziosa!) e quella preziosissima di mirtilli e lamponi.. ah, dimenticavo quella di pesche bianche!



lunedì 29 settembre 2008

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Gli ultimi fichi



Ultimamente ho fatto pochissimi esperimenti in cucina. Settembre è stato il mese dei fichi e, da amante devota di questi frutti ipercalorici, ho preferito concentrarmi sulla loro bontà senza peccare ulteriormente. Sono così buoni da preferirli ad un dessert, e non lo dico perché sono sotto il loro effetto! Quest’ anno il giovanissimo albero di fico troiano che abbiamo in giardino ha finalmente deciso di diventare generoso, ci ha deliziati per tutto il mese con i suoi frutti dolcissimi dal gusto delicato e mi ha anche concesso di preparare una discreta quantità di confettura strepitosa che vedrete presto. Ora che stanno per finire quasi mi pento di non averli usati per preparare un dolce, ma in effetti non sono tanti i dolci in cui vedrei bene i fichi.. sono talmente zuccherini e nutrienti da non aver bisogno di essere accompagnati da basi o creme dolci.



Dato che avevo ancora un panetto di pasta sfoglia casalinga in freezer, ho fatto 2+2 e ho dedicato un dolce a questi ultimi fichi. È un dolce così semplice da non avere una vera e propria ricetta, ma è così buono che ho lasciato una piccola nota sul mio quadernino giusto per ricordare.. io sono tra quelle persone che si ricordano le dosi più assurde ma vanno in palla per le ricette troppo semplici perché pensano manchi sempre qualcosa. Sono delle semplicissime crostatine di sfoglia riempite con soli fichi e guarnite con pochissimo miele e mandorle a filetti, si preparano in cinque minuti e rendono giustizia alla bontà dei fichi grazie al contrasto dolce-salato. La ricetta ve la scrivo comunque, anche se non esistono dosi, e vale un po’ per tutta la frutta, basta giocare un po’ con le guarnizioni e, perché no, con i profumi!



La ricetta: crostatine di sfoglia con fichi e mandorle
Ingredienti:
  • Pasta sfoglia
  • Fichi bianchi
  • Fette biscottate ridotte in polvere
  • Mandorle a filetti
  • Miele delicato
Stendere la pasta fino ad ottenere una sfoglia di circa 3mm di spessore, rivestirvi uno stampo da crostata o diversi stampini monoporzione e bucherellare il fondo con una forchetta. Distribuire un po’ di fette biscottate in polvere sul fondo e sistemarvi i fichi tagliati in quarti o ottavi (a seconda della dimensione dello stampo), guarnire con un filo di miele e mandorle a filetti. Infornare a 180°C per 15 minuti. Io ho sistemato la teglia leggermente in basso in modo da cuocere bene il fondo che rischierebbe di risultare molle a causa dell’elevata umidità della frutta.

lunedì 15 settembre 2008

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Le madeleines e il ricordo

Il freddo improvviso mi ha fatto riscoprire il piacere di una tazza di tè bollente e, di conseguenza, mi spinge alla ricerca di dolcini e dolcetti da accompagnare con un buon tè. Biscotti, crostatine, petits fours in genere. Li adoro.
Per innaugurare la stagione fredda ho tirato fuori i miei stampini per madeleines, devo essere in vena di amarcord. Per me le madeleines sono pomeriggi estivi trascorsi a giocare in mezzo a fiori di tutti i colori e menta piperita, tra lenzuola stese che profumavano di sapone fatto in casa; le madeleines sono le mani esili e pazienti di mia nonna paterna che preparava da mangiare, e faceva le torte più buone del mondo ma adorava concedersi una di quelle conchigliette morbide e burrose, le madeleines industriali appunto, quasi fosse un lusso.
La celebrità di questo dolce tipico di Commercy (città della Lorena) è dovuto senz’altro a Marcel Proust, il quale, nel suo capolavoro “À la recherche du temps perdu”, ne fa un vero e proprio simbolo e metafora del ricordo involontario. Per chi non avesse letto la Recherche, il clou dell’illuminazione proustiana è ben rappresentato in modo divertente ed efficace (sicuramente meno poetico) in “Ratatuille” della Pixar. Chi lo ha visto ricorderà sicuramente la scena in cui il temutissimo e algido critico gastronomico Anton Ego, assaggiando la ratatouille di Remy, rivive per un attimo la sua infanzia svelando al pubblico il suo lato umano. Personalmente, di “madeleines” ne ho davvero tante, commestibili e non, materiali e immateriali, belle e brutte. Di sicuro ne ho una in comune con Proust.
Ora passiamo alla pratica. Non so perché ma non ho mai eseguito due volte la stessa ricetta per preparare le madeleines, e si che sono sempre venute bene. Questa volta ho voluto seguire una ricetta di Dorie Greenspan, avevo qualche dubbio ma mi sono dovuta ricredere: le madeleines sono venute morbide, leggerissime e asciutte al punto giusto.

La ricetta: madeleines tradizionali

adattata da “Baking: from my home to yours” di Dorie Greenspan
per circa 18 madeleines
Ingredienti:
  • 100 g di zucchero
  • la scorza grattugiata di un limone
  • 2 uova grandi a temperatura ambiente
  • una bacca di vaniglia
  • 80 g di farina 00
  • ¾ di cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • 90 g di burro fuso freddo
Setacciare assieme la farina e il lievito e mettere da parte. In una terrina capiente (io uso direttamente quella della planetaria) unire lo zucchero con le scorze grattugiate di limone e lavorarli con le dita in modo da estrarre tutti i profumi del limone; aggiungere le uova assieme ai semi di vaniglia e un pizzico di sale, montare il tutto per almeno 2-3 minuti, fino ad ottenere una massa chiara e spumosa. Incorporare la farina con una spatola, facendo attenzione a non smontare le uova, e infine versare a filo il burro fuso e mescolare quanto basta per rendere omogeneo l’impasto. Coprire il recipiente con pellicola per alimenti e lasciare in frigorifero per almeno 3 ore (io consiglio di lasciarla riposare per almeno 8-9 ore). Se avete stampi di silicone non serve imburrarli, vi basta versare l’impasto in ogni stampino (se vi piace fare le cose per bene aiutatevi con la sac a poche) fino a riempirlo quasi completamente; non preoccupatevi di sistemare l’impasto, ci penserà il forno. Infornare a 170-180°C per circa 10-13 minuti (8-10 minuti se sono mini madeleines), fino a quando risulteranno dorate. Sfornare le madeleines, lasciarle raffreddare 5 minuti e toglierle dagli stampi per farle raffreddare completamente su una griglia.

lunedì 11 agosto 2008

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Donna Hay's spoon-dent biscuits



In effetti vi ho fatto aspettare un po' ma non mi sono affatto dimenticata della ricetta promessa nel post precedente. Ora, non vorrei che l'attesa avesse creato delle grandi aspettative perchè la ricetta, come anticipato, è di una semplicità unica! L'ho intravista qualche tempo fa su Donna Hay magazine e, sembrandomi valida, è finita in lista d'attesa; Donna Hay proponeva questi simpaticissimi biscottoni con del lemon curd ma la mia confettura di albicocche ha avuto la meglio: una confettura così riesco a vederla solamente sul pane o abbinata ad una buona e semplice frolla e, visto che di crostate e frolle farcite ne ho fatte fin troppe, ho pensato a questi spoon-dent biscuits. E ho fatto bene perchè sono divini, la frolla profumatissima compensa perfettamente la leggera acidità della confettura di albicocche. Fateli e provate ad aggiungere poca confettura fresca prima di servirli, sono buonissimi!


La ricetta: spoon-dent biscuits
per circa 35 biscotti grandi
Ingredienti:
  • 180 g di burro morbido
  • 220 g di zucchero extra fine
  • 1 uovo leggermente sbattuto
  • 300 g di farina "00"
  • 1/2 cucchiaino di lievito per dolci
  • semi di vaniglia (una bacca)
  • un pizzico di sale
  • confettura preferita
Versare in planetaria o nel mixer il burro, lo zucchero, il sale e i semi di vaniglia e lavorarli fino ad ottenere una crema spumosa; unire l'uovo e continuare a sbattere in modo da incorporarlo agli altri ingredienti. Versare la farina setacciata con il lievito e amalgamare velocemente fino ad ottenere una palla di impasto. Senza manipolare troppo l'impasto, avvolgerlo con pellicola alimentare e lasciarlo almeno un ora in frigorifero. Prendere l'impasto freddo e formarvi 35 palline*, disporle ben disanziate su una teglia rivestita di carta forno e, con l'aiuto di un dosatore da 1/2 teaspoon, schiacciare a fondo ogni pallina di impasto al centro in modo da lasciare un' impronta che andrà a contenere la confettura. Trasferire nuovamente i biscotti in frigorifero per mezz'ora e, nel frattempo, preriscaldare il forno a 180°C. Quando il forno ha quasi raggiunto la temperatura togliere i biscotti dal frigorifero e riempire ogni fossetta con un po' di confettura. Cuocere i biscotti per 8-10 minuti e trasferirli subito su una griglia di raffreddamento. Il giorno seguente sono più buoni, consiglio di conservarli in una scatola di latta.

* Con mezza dose mi sono venuti poco più di 30 biscotti da circa 5 cm di diametro.. immagino che quelli di Donna Hay debbano essere piuttosto grandi!


mercoledì 30 luglio 2008

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My favourite souvenirs


Se c'è una cosa che mi mette allegria e mi predispone ad una giornata serena, bel tempo a parte, è scendere al mattino in cantina per scegliere il prossimo vasetto di marmellata; mi piace vedere tutti quei vasetti colorati e ben disposti, e scegliere in base al colore, o al frutto, o alla storia a cui sono legati. La cosa è molto immediata in realtà, a volte inconscia, mai casuale. Quasi sempre la storia incomincia con l'incontro tra me e un frutto che mi colpisce particolarmente, poi ci sono i luoghi, le persone e il come sono giunte nella mia cantina. Stamattina ho un po' barato, sapevo già che avrei finalmente aperto la new entry; invece non sapevo che, prima di assaggiarla, l'avrei fotografata per condividere con voi quel colore. Colore che mi ricorda proprio le albicocche trovate un mese fa in Campania, in vacanza dai miei nonni, albicocche che non esistono quasi più; non saprei mai spiegarvi il gusto che avevano ma posso dirvi che non sarei ripartita senza portarmele dietro, in qualche modo.. e viste le 9 ore e più di viaggio in eurostar, con il caldo che c'era, le ho serenamente lavate e buttate in pentola con lo zucchero. Che volete che vi dica, non sarò mica l'unica folle che si appesantisce i bagagli con tre barattoli di confettura? Il bello di tutto ciò sta nel fatto di potersi godere il gusto di un'albicocca da sogno anche quando la bella stagione è soltanto un bellissimo ricordo.
Le albicocche che vedete sullo sfondo sono albicocche che nulla hanno a che vedere con quelle finite nel vasetto ma sono le prime albicocche buone mangiate quest'estate a casa mia.
Niente ricetta nuova per oggi, il metodo e le dosi sono sempre quelli. Ho già in mente una ricetta semplicissima per questa confettura ma non vi anticipo nulla. Coming soon.

martedì 22 luglio 2008

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Crème caramel à la vanille



L'estate sta cedendo in questi giorni, non so voi ma io incomincio a sentire quasi freddo. La riconciliazione con i fornelli viene da se, assieme alla ricerca di cose rassicuranti. Fresche ma rassicuranti, in attesa che ritorni l'estate (quella vera). A proposito di riconciliazioni, volevo giusto parlarvi di un dessert classico con cui ho avuto un'incomprensione durata anni, o meglio, una vita. Il Crème Caramel. Assaggiato in diverse occasioni, quasi sempre in pizzerie o trattorie, l'ho sempre trovato così disgustoso da piazzarlo nella lista dei "mai più". Poi mi ritrovo a Parigi, lo individuo casualmente in un menù e decido di dargli un'altra possibilità; lo assaggio più prevenuta che mai e scopro piacevolmente di non aver mai assaggiato un crème caramel in vita mia. Eureka!
Il crème caramel è un dolce semplicissimo fatto con uova, latte, zucchero e vaniglia; è caratterizzato dal contrasto tra la crema alla vaniglia, delicata e poco dolce, e il caramello, dolce con una punta di amaro. È un dessert molto pratico dato che va preparato in anticipo e tenuto in frigo fino al momento di servirlo, ma non perdona gli errori di esecuzione e soprattutto la fretta! Come quasi tutti i dolci, ha bisogno di gentilezza e attenzione uniti alla lentezza dei movimenti. Ve ne sarà grato quanto i vostri ospiti.


La ricetta: Crème Caramel al profumo di vaniglia
per 6 persone
Ingredienti
  • 500 ml di latte fresco intero
  • 4 uova
  • 100 g di zucchero semolato
  • 1 bacca di vaniglia
  • 150 g di zucchero semolato per il caramello
Versare in un pentolino il latte ed unirvi la bacca di vaniglia incisa nel senso della lunghezza; portare a bollore e allontanare subito dal fuoco, lasciando riposare 15 minuti affinchè il latte assorba il profumo della vaniglia. Nal frattempo lavorare molto lentamente le uova con lo zucchero, cercando di non incorporare aria: il composto non deve risultare affatto montato.
Per il caramello versare lo zucchero in un pentolino, unirvi due cucchiai d'acqua e mettere su fuoco dolce, lasciando che si trasformi in un caramello dal colore ambrato; rimuovere dal fuoco e distribuire subito sul fondo di sei stampini dal crème caramel.
Filtrare il latte e versarlo a filo sulle uova, mescolando di continuo ma senza metterci troppa energia. Bisogna ottenere un composto piuttosto liquido e lucido, privo di aria. Io preferisco lasciare che la crema si raffreddi prima di procedere con la cottura.
A questo punto si possono riempire gli stampini che vanno sistemati in una teglia a sponde alte riempita d'acqua fredda (l'acqua deve arrivare a metà stampino). Cuocere in forno preriscaldato a 140-150°C (*) per circa un'ora e un quarto, sono pronti quando la crema risulta rappresa ma ancora morbida. Lasciare raffreddare completamente i desserts prima di trasferirli in frigorifero, dove dovranno restare per almeno due o tre ore. Al momento di servire sarà sufficiente capovolgere ogni stampino sul piatto da portata lasciando che il dolce si stacchi.

(*) La questione "cottura" è molto delicata e costutuisce un passaggio fondamentale per la riuscita di un buon crème caramel; teoricamente, più bassa è la temperatura del forno e lungo il tempo di cottura e più sicura sarà la riuscita del dolce. Le ricette non parlano mai di temperature così basse, ed è per questo che il crème caramel risulta spesso separato e pieno di buchi, non lucido e compatto come dovrebbe essere. Quindi, se avete tempo, non esitate ad abbassare a 120-130°C la temperatura del vostro forno.


lunedì 30 giugno 2008

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Un dessert per gli amanti del cocco



Il mese di giugno mi ha letteralmente strappata da tutto ciò che riguarda i dolci e il web, ve ne siete accorti? Se pure avessi avuto tempo e testa per mettermi a pasticciare, il caldo mi avrebbe comunque costretto a stare lontana dal forno e dai fornelli. Ma a tutto c'è un limite: caldo o non caldo un dolcino ogni tanto lo devo fare! E così ieri pomeriggio, essendomi ritrovata davanti ad una noce di cocco impaziente di essere aperta, mi sono ricordata di avere del latte di cocco e (guarda caso) una confezione di panna fresca da utilizzare al più presto; sommando il caldo a questi ingredienti non poteva che venirne fuori un dessert fresco da preparare in pochissimi minuti. Il risultato? una sorta di budino dal gusto delicatissimo di cocco e dalla consistenza cremossissima, incredibile. Quando faccio questi dessert "conquellochehoinfrigo" non segno mai le quantità e puntualmente, all'assaggio, mi auto insulto per non averlo fatto.. ovviamente, quando segno tutto è probabile che il risultato non sia un granchè. Oggi, dopo essermi gustata la mia monoporzione, è stato davvero troppo facile ricordare le quantità! Mi promettete di provarlo?




La ricetta: coconut delight
Ingredienti:
  • 400 ml di latte di cocco (1 confezione)
  • 250 ml di panna fresca (1 confezione)
  • 100 g di zucchero (4 cucchiai)
  • 4 fogli di gelatina
  • 1 pizzico di sale
  • cacao amaro e cocco fresco per decorare

Mettere la gelatina in ammollo in acqua fredda. Versare tutti gli altri ingredienti in un pentolino e scaldare a fuoco dolce, fino a quando lo zucchero non si sarà sciolto completamente. Evitare di raggiungere il bollore in quanto la miscela tenderebbe a separarsi. Sgocciolare i fogli di gelatina e versarli nel liquido caldo, avendo cura di mescolare bene. Versare il composto in 6 stampini monoporzione oppure in uno stampo unico, lasciar raffreddare, coprire con pellicola e trasferire in frigorifero per circa 5 ore. Al momento di servire, sformare ogni dolce su un piattino, spolverare con poco cacao amaro e decorare con alcune scaglie di cocco fresco.



domenica 1 giugno 2008

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La ciliegina sulla torta turns one!



Già, oggi “La ciliegina sulla torta” compie il suo primo anno! Non finirò mai di dire che il tempo corre, corre troppo velocemente.. sembra ieri quando ho incominciato a trafficare nei meandri di blogger per capire come rendere un po’ più “mio” questo blog, prima di pubblicarlo. E dopo un anno siamo ancora qui, chi l’avrebbe detto? L’aspetto non è cambiato nemmeno un po’.. sapete, ho il vizio di affezionarmi alle cose, io. Soprattutto a quelle cose che incominciano un po’ per gioco, o forse per curiosità. In quest’anno ho conosciuto tante, tantissime persone, letto migliaia di posts da altri foodbloggers, consumato chili di zucchero, sfamato le persone a me vicine, scattato un numero incredibile di foto, letto un sacco di commenti dolcissimi che mi hanno spinto a proseguire. Per tutto questo, vi meritate un “GRAZIE” davvero ingombrante.
Avrei mai potuto dimenticarmi di pensare ad un dolcino per festeggiare il primo compleanno della Ciliegina? Ho pensato subito a dei cupcakes, sono così “oh-so fashionable”, ma ci voleva la candelina ciliegina sulla torta (nel senso letterale) e quindi mi sono subito venuti in mente questi cupcakes di Cheryl, assolutamente p-e-r-f-e-t-t-i ! Ah, visto che c’ero le ho preso anche la ricetta per fare le basi, invece per il ripieno ho pensato alla mia confetturina di ciliegie e per il “frosting” ho optato per una innocua e candida meringa italiana.. io le creme al burro le elimino a priori (causa trauma infantile ;).

La ricetta: cherry cupcakes

per 10 cupcakes
Ingredienti:
230 g di burro a temperatura ambiente
200 g di zucchero
2 uova a temperatura ambiente
350 g di farina “00”
¾ di cucchiaino di lievito per dolci
120 ml di latte a temperatura ambiente
1 pizzico di sale
½ bacca di vaniglia
Per il ripieno:
confettura di ciliegie (la ricetta la trovate qui)

Per il frosting e la decorazione:
60 g di albumi a temperatura ambiente
25 g di acqua
90 g di zucchero
1 pizzico di sale
10 ciliegine al maraschino

La ricetta prevede l’utilizzo di una planetaria o di un mixer, le classiche fruste andranno bene comunque. Lavorare il burro a crema con lo zucchero per alcuni minuti, fino ad ottenere un composto morbido e cremoso; unire le uova, una alla volta, avendo cura di sbattere molto bene il composto tra l’uno e l’altro. Aggiungere la vaniglia, il sale, la farina setacciata con il lievito e, per ultimo, il latte e continuare ad mescolare a bassa velocità fino a quando il composto non risulterà ben amalgamato. Riempire i pirottini senza superare i due terzi e cuocere per una ventina di minuti a 170-175°C; quando sono lievemente dorati, testare la cottura con uno stecchino di legno, sfornarli e trasferirli subito su una griglia per lasciarli raffreddare.
Una volta raffreddati vanno farciti con la confettura e, per fare ciò, è necessario intagliare da ogni tortina un “cono” di impasto; l’operazione non è difficile, basta utilizzare un coltellino sottile e affilato, facendo attenzione a non bucare il fondo del cupcake. Asportare le basi dei coni (la parte dorata, per intenderci) che serviranno per coprire; riempire le cavità con la confettura di ciliegie e coprire ogni cupcake con i tondini messi da parte.
Per la meringa italiana, versare in planetaria gli albumi con un pizzico di sale; prima di montarli preparare uno sciroppo a 121°C con l’acqua e lo zucchero. Mentre lo sciroppo sta cuocendo, montare a neve gli albumi ed aggiungervi un cucchiaio di zucchero. Quando lo sciroppo raggiunge i 121°C, versarlo a filo (è fondamentale) sugli albumi a neve, continuando a montare a velocità moderata; lo sciroppo deve cadere esattamente tra la parete della ciotola e la frusta in quanto, se dovesse incontrare la frusta, andrebbe a finire tutto sulle pareti. Una volta versato tutto lo sciroppo, aumentare la velocità e continuare a montare la massa fino a quando le pareti della ciotola non risulteranno completamente raffreddate. Trasferire la meringa in una sac a poche munita di bocchetta a stella e, partendo dall’esterno, decorare i cupcakes formando delle spirali; guarnire ogni dolce con una ciliegina. Enjoy!

lunedì 26 maggio 2008

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Soufflés glacés à la fraise



Siamo già alla fine di Maggio. Che vuol dire? A parte il tempo che vola incredibilmente.. beh, Maggio per me significa anche fragole, fragole e ancora fragole! Non so voi ma io ne sto mangiando talmente tante che non potrò lamentarmi quando non sarà più tempo; anche perchè, detto tra noi, sarò distratta dalle ciliegie, e poi dai fichi, e dalle albicocche etc. Ma quando ci sono le fragole sembra impossibile poter vivere senza, non trovate? Poi, quando mi stanco di mangiarle così come sono oppure con zucchero e limone, ecco che scatta il “cosa ci faccio?”.
Ecco, se capita anche a voi di non sapere cosa fare, oggi vi presento un dessert facilissimo e anche un po’ scenografico da preparare con le fragole o con la frutta che più vi piace (purchè sia di stagione ;). Si tratta di un soufflé freddo, ma niente paura! So che la parola “soufflé” fa venire i brividi a molte persone per via dell’indole poco stabile di questa pietanza ma vi do una buona notizia: il soufflé glacé non va in forno ma in freezer per cui non cadrà mai davanti agli occhi dei vostri commensali. Simpatico, vero? La preparazione è banalissima, si tratta di una mousse a base di panna freschissima e frutta (volendo alleggerire il tutto si può sostituire metà della panna con una meringa italiana).

La ricetta: soufflés glacés à la fraise
Ingredienti:
300 g di fragole + alcune fragole per guarnire
150 g di zucchero
il succo di mezzo limone
6 g di gelatina in fogli
300 ml di panna da montare + 100ml per guarnire
Lavare e affettare i 300 g di fragole ed irrorarle con il succo di mezzo limone; frullarle con lo zucchero in modo da ottenere una purea molto liscia; scaldare a bagnomaria parte della purea, senza farla bollire, ammollare la gelatina in acqua fredda (5 minuti) e scioglierla nella purea calda mescolando accuratamente. Unire al resto della purea e lasciar raffreddare completamente mescolando di tanto in tanto. Quando la purea si è completamente raffreddata, montare la panna ed incorporarla delicatamente alla purea. A questo punto la mousse è pronta: rivestire 10-12 mini cocottine per soufflée con una strisciolina di carta da forno, in modo da alzarne le sponde e riempire con la mousse in modo da superare di circa 1.5 cm il bordo della cocotte. Coprire con la pellicola e lasciare in freezer almeno 4 ore. Togliere dal freezer almeno 30’ prima di servire, eliminare delicatamente la carta e guarnire ogni soufflée con un ciuffo di panna montata con poco zucchero a velo e con fette di fragola.

venerdì 2 maggio 2008

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Kugelhopf alsacien



Questi ultimi giorni freschi e piovosi non hanno di certo risvegliato il mio spirito primaverile, hanno piuttosto riacceso in me quella ricerca di comforts tipicamente invernali (copertina extra, zuppe calde & co). Poteva mancare la brioche? Certo che no, ma quale brioche? Insomma, dopo essermi fatta tentare da croissants, pain au chocolat, e altri mille tipi di brioche ho serenamente optato per il kugelhopf, una simpaticissima “viennoiserie” alsaziana dalla caratteristica forma di turbante.



La leggenda vuole che la sua ricetta sia stata regalata dai re magi ad un pasticciere alsaziano di nome Kugel, come ringraziamento per la sua ospitalità. In realtà sembra che questo dolce, nato in Polonia, sia arrivato in Francia solo dopo essere passato per la Germania e l’Austria. E se vi dicessi che il kugelopf è il diretto antenato del babà? In effetti il metodo di preparazione e l’impasto finale sono sorprendentemente simili; l’invenzione viene attribuita a Stanislas Lecsczinski, ex re di Polonia e duca della Lorena, il quale volle bagnare nel liquore una fetta troppo asciutta di kugelhopf preparata dal suo pasticciere Stohrer (il fondatore dell’omonima pasticceria Parigina di rue Montorgueil).



Gli ingredienti del kugelhopf sono semplicissimi e ricordano vagamente quelli della colomba, ma a renderlo davvero inconfondibile sono proprio la sua forma e, da non dimenticare, le mandorle intere sulla sommità, perché “un vrai kugelhopf est coiffé d’une amande entiére!”. La ricetta che ho seguito, a differenza di molte altre più complicate, mi ha lasciata davvero soddisfatta: nonostante l’umidità, la lievitazione mi è sembrata ottima, la consistenza morbidissima e il sapore non ha nulla da invidiare all’originale.

La ricetta: kugelhopf alsacien
Ingredienti:
500 g di farina forte (Manitoba)
150 ml di latte tiepido
7 g di lievito di birra disidratato
130 g di burro fuso freddo
4 uova leggermente sbattute
100 - 120 g di zucchero
una bacca di vaniglia
la scorza di un limone
150 g di uvetta
brandy o rum
mandorle intere per decorare

Lavare l’uvetta e metterla in ammollo nel brandy. Versare nel recipiente della planetaria il latte tiepido, il burro, lo zucchero, i semi di vaniglia, la scorza di limone grattugiata ed un pizzico di sale e mescolare velocemente il tutto. Unire le uova e la farina con il lievito ed impastare a bassa velocità, quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati aumentare di poco la velocità e continuare a sbattere l’impasto fino a quando non sarà lucido, elastico e si staccherà perfettamente dalle pareti del contenitore. A questo punto, a velocità molto bassa, unire l’uvetta ben sgocciolata e lavorare quanto basta per far si che questa si distribuisca uniformemente nell’impasto. Imburrare uno stampo per kouglof da due litri, sistemare una mandorla in ogni scanalatura del fondo e distribuirvi l’impasto, coprire con un panno umido e lasciar lievitare in un luogo tiepido fino a quando l’impasto non avrà completamente riempito lo stampo (da due a tre ore, in inverno ci vorrà di più). Infornare in forno preriscaldato a 180°C e cuocere per 40-50 minuti; coprire con un foglio di alluminio non appena la superficie del dolce risulterà dorata. Verificare la cottura con uno stecchino di legno e, una volta cotto, sformare per far fuoriuscire tutta l’umidità. Servire tiepido e freddo, spolverato con abbondante zucchero a velo.

lunedì 7 aprile 2008

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Back to black



Il nero è sempre il nero. No, non ho intenzione di parlarvi di moda anche se devo ammetterlo: è una delle mie grandi passioni. Mi riferivo invece al sesamo nero, ingrediente che continua a sorprendermi per la sua versatilità e, ovviamente, a piacermi per il suo incredibile profumo d'oriente. È un jolly, adatto sia per rendere più stuzzicanti i soliti salatini per l'aperitivo, sia come protagonista assoluto del più delicato dei dolci. Solitamente, per la preparazione di dolci come ganaches, macarons, bavaresi, mousses e gelati, è indispensabile l'utilizzo della pasta di sesamo che garantisce una texture perfettamente vellutata, se non eterea. E se ci andasse di cambiare e di giocare un po'? Ecco, ho trovato (qui) e subito provato una deliziosa ricetta perfetta per uscire un pochino dagli schemi e preparare un dolce utilizzando il sesamo nero grezzo, che tanto ci piace. Il risultato? dei biscottini sfiziosissimi che si sciolgono letteralmente in bocca e sembrano davvero fatti apposta per essere serviti assieme ad una tazza di buon tè verde.

La ricetta: biscotti al sesamo nero
per circa 30 biscotti
Ingredienti:
125 g di burro morbido
60 g di zucchero a velo
30 g di albumi temperati
10 g di sesamo nero
40 g di farina "00"
75 g di farina "0"
45 g di maizena
Tostare il sesamo in una padella antiaderente, quando incomincia a scoppiettare leggermente togliere dal fuoco e lasciarlo raffreddare; ridurlo in polvere macinandolo e mescolarlo alle farine setacciate. In una planetaria (o nel mixer) lavorare il burro a pomata, unirvi lo zucchero a velo ed impastare fino ad ottenere una crema, versarvi gli albumi ed amalgamare il composto.
Unire infine le farine ed impastare velocemente il tutto fino a quando tutti gli ingredienti risulteranno ben amalgamati. manipolando il meno possibile l'impasto, inserirlo in una sparabiscotti o in una sac a poche e formare i biscotti direttamente sulla placca da forno; coprire con pellicola e lasciare almeno due ore in frigorifero. Cuocere in forno preriscaldato a 170°C per 15 minuti o fino a quando avranno preso un bel colore dorato. Una volta cotti laciar raffreddare su una griglia e conservare in scatole di latta. Questi biscotti migliorano con il tempo, meglio consumare a partire dal giorno successivo.

Note: consiglio di non lavorare troppo l'impasto e di manipolarlo il meno possibile, questo tipo di frolla ricca di burro tende a rovinarsi ("bruciarsi") molto facilmente e a perdere di qualità.

venerdì 21 marzo 2008

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Gli auguri e la ricetta della pastiera




Come promesso ieri, vi trascrivo la mia ricetta della pastiera napoletana e vi invito a provarla al più presto.. dopotutto non è mai troppo tardi, no? In realtà la ricetta è quella di famiglia riveduta e corretta in base ai mei gusti personali: non so a voi, ma a me la pastiera piace bella morbida e umida al punto giusto, con tanta tanta cannella. Io non ho utilizzato ricotta di pecora perchè dalle mie parti non si trova freschissima, ed è un po' troppo forte per i miei gusti. Qui sotto potete vedere il risultato (mal fotografato) del lungo lavoro di ieri, non proprio perfetto esteticamente a causa della forte incomprensione reciproca che sta nascendo tra la sottoscritta ed il suo buon vecchio forno.

Ne approfitto per augurare a tutti voi una Pasqua davvero dolcissima!




La ricetta: pastiera napoletana
dosi per una pastiera grande o due piccole
Ingredienti:
1 kg di pasta frolla
600 g di grano cotto
50 g di zucchero
250 ml di latte
la scorza di mezzo limone
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
600 g di ricotta freschissima
4 uova grandi
350-400 g di zucchero (a seconda dei gusti)
canditi a piacere
Preparare la pasta frolla con largo anticipo e tenerla in frigorifero. Unire il grano, il latte, 50 g di zucchero, la scorza di limone, la cannella e l’acqua di fiori d’arancio e un pizzico di sale in una casseruola e portare a bollore; abbassare la fiamma e lasciar bollire 10 minuti, avendo cura di mescolare costantemente il composto. Mettere da parte e lasciar raffreddare completamente. Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungervi la ricotta setacciata e mescolare il tutto in modo da ottenere una crema vellutata; versare il tutto, assieme ai canditi, sul composto di grano raffreddato e amalgamare bene. Stendere ¾ della pasta frolla fino a ridurla ad uno spessore di circa 4 mm e foderarvi uno stampo per crostata da circa 30 cm di diametro (oppure due stampi piccoli); stendere la pasta frolla restante e, con l’aiuto di una rotella, ricavare delle striscioline piuttosto lunghe che serviranno per decorare. Per evitare che il fondo della torta si alzi durante la cottura, bucherellarlo il più possibile con una forchetta; riempire la base con il ripieno e disporvi le striscioline in modo da formare la caratteristica griglia. Infornare a 150-180°C per un’ ora e un quarto o un’ora e mezza (a seconda del forno e delle dimensioni del dolce). Il dolce è pronto quando il ripieno assume una colorazione piuttosto marcata mentre la frolla dovrebbe restare lievemente dorata. Lasciar raffreddare senza sformare e conservare in frigorifero. Spolverare con zucchero a velo prima di servire.

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Pastiera: works in progress

Anche quest'anno sono riuscita a preparare le pastiere, come sempre all'ultimo minuto. Dico sempre "quest' anno non ho voglia di farle" e poi, due giorni prima di Pasqua, le mie origini si fanno sentire sottoforma di nostalgia e mi fiondo a comperare la ricotta freschissima, il grano e tutto il resto per poi mettermi al lavoro. Insomma, per me non è veramente Pasqua se manca la pastiera.
Ora vi lascio giusto qualche foto e corro immediatamente in cucina a tenere sotto controllo la cottura delle creature.. sapete, c'è poco da fidarsi del mio forno!

La base di pasta frolla




Il profumatissimo ripieno




Il dolce pronto per essere infornato



Per la ricetta ed il risultato: stay tuned :)

lunedì 3 marzo 2008

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Chocolate chip muffins


Ma non vi ho ancora parlato dei miei muffins al cioccolato?? In inverno sono un vero must a colazione, li faccio spessissimo solo che.. è sempre stata un’impresa riuscire ad immortalarne una discreta quantità perché 1) per fotografarli non devono essere fumanti e 2) sono troppo buoni caldi o tiepidi, e poi 3) ne faccio sempre metà dose. Questa volta li ho preparati pensando al post e mi sono data da fare affinché riuscissero ad arrivare sani e salvi sul sensore della mia reflex. Si, poi però questo post è rimasto in attesa per più di due settimane, visto che il simpatico gestore della linea adsl non voleva proprio saperne di spedire i tecnici per sistemare il guasto. Tornando ai muffins, sono fedele alla stessa ricetta (trovata su una rivista inglese) da anni in quanto è l’unica che riesce a darmi dei veri e propri muffins e non delle banalissime tortine: i muffins hanno una consistenza unica ed inconfondibile, non sono né leggeri e soffici né compatti e pesanti. Sono di una facilità incredibile e si preparano in pochi minuti, ma richiedono un procedimento ben preciso (ricordate?) che consiste nel dividere gli ingredienti asciutti da quelli umidi ed unirli senza lavorare troppo l’impasto. Il golden syrup si trova in tutti i supermercati più forniti, se proprio non riuscite a trovarlo potete sostituirlo tranquillamente con la melassa o addirittura con il miele ma, vi avviso, non sarà mai la stessa cosa. Lanciatevi!




La ricetta: Chocolate chip muffins
Per 12 muffins medi (80 ml)
Ingredienti:
375 g di farina autolievitante
50 g di zucchero di canna
190 g di gocce di cioccolato
125 g di burro fuso
60 ml di golden syrup
2 uova leggermente sbattute
250 ml di latte
un pizzico di sale
Preriscaldare il forno a 175°C. Riunire tutti gli ingredienti asciutti (farina, zucchero, sale e cioccolato) in una terrina e mescolarli con cura; aggiungere tutti gli altri ingredienti e mescolare con un cucchiaio senza esagerare: il segreto per fare dei muffins perfetti sta proprio nel non mescolare troppo l’impasto, il quale non deve assolutamente risultare liscio ma piuttosto grumoso. Con l’aiuto di due cucchiai distribuire il composto negli appositi pirottini, riempiendoli poco più della metà; consiglio di posizionare i pirottini di carta all’interno degli appositi stampi per muffins. Infornare e cuocere per circa 20 minuti, o fino a quando i muffins saranno belli gonfi e dorati in superficie. Sono buoni sia tiepidi che freddi e si possono congelare tranquillamente, al massimo per un mese.

lunedì 11 febbraio 2008

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Brût ma bon




Oggi cercherò di accontentare con una sola ricetta le richieste di tutte le persone che mi hanno scritto chiedendomi: a) una ricetta per utilizzare gli albumi (se ne avete tanti potete fare anche le meringhe), b) una ricetta per dolcetti gluten free, c) una ricetta semplicissima, veloce e gustosa per dolcetti da servire con il caffè. Dato che ultimamente il tempo è quello che è, poi avevo una voglia matta di dolci a base di nocciole (tanto per cambiare!).. bè, ho unito l’utile al dilettevole et voilà, i brût ma bon! Li conoscerete già, sono dolcetti della tradizione piemontese, semplici e buoni.. a patto che siano fatti con nocciole di qualità: la nocciola “Tonda gentile” delle Langhe, dal gusto pieno e dall’aroma unico, farà sicuramente la differenza. Le proporzioni della ricetta sono simili a quelle classiche, preferisco utilizzare le nocciole sia tritate che ridotte in polvere in quanto trovo che la consistenza ci guadagni non poco; invece, il segreto per ottenere dei brutti ma buoni perfetti, leggeri, asciutti e non gommosi all’interno sta semplicemente nella cottura dolce e prolungata, al contrario di ciò che viene riportato sui ricettari!





La ricetta: Brutti ma buoni
per 30 pezzi
Ingredienti:
200 g di nocciole langarole sgusciate
100 g di albume a temperatura ambiente (circa 2)
150 g di zucchero a velo
50 g di zucchero semolato
mezza stecca di vaniglia
un pizzico di sale
Tostare 100 g di nocciole in forno a 150°C per circa 10 minuti; una volta tostate, aiutandosi con un canovaccio, sfregarle per eliminare le pellicine e tritarle grossolanamente. Con un frullatore, ridurre in polvere le nocciole non tostate. In una terrina capiente mescolare assieme la farina di nocciole con le nocciole tritate, lo zucchero a velo setacciato e i semi di vaniglia; montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e, quando incominciano a gonfiarsi, unire lo zucchero semolato e continuare a montare fino a quando non si otterrà una meringa lucida e ferma.
Con una spatola inserire molto delicatamente la meringa negli ingredienti secchi, un po’ alla volta, mescolando lentamente dal basso verso l’alto per non smontarla. Con l’aiuto di due cucchiaini, prelevare l’impasto e formare tanti mucchietti distanziati su una o più placche da forno rivestite con carta o silpat. Cuocere in forno ventilato preriscaldato a 140-150°C per circa 30-35 minuti o fino a quando risulteranno leggeri e lievemente dorati. Trasferire i brutti ma buoni su una griglia e lasciar raffreddare. Si conservano a lungo in una scatola di latta.

lunedì 4 febbraio 2008

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You make my day award

Sono stata nominata da Maria Giovanna, Fiordisale, Afrodita, Moscerino, Cipolla, Il gatto goloso, Fabrizio & Chiara, Cipollina in agrodolce, Tulip ed Erborina perchè, in qualche modo, li rendo felici.. ma grazie!! Non mi sarei mai aspettata tutti questi premi e devo dire che sono stati loro a rendere davvero felice me con le parole con cui mi hanno premiata.
Bene, ora tocca a me fare le nominations.. sembra facile! Intanto evito di rinominare i bloggers che mi hanno premiata, è ovvio che "they make my day". Dato che seguo tanti blogs stranieri ho deciso di nominarne 5 italiani e 5 stranieri.. di quelli che proprio non riesco a non cliccare appena apro Safari. Pronti? And the winner is:

Il Cavoletto di Bruxelles: scontato? È il primo foodblog (in assoluto) che ho scoperto, lo seguo da quando era appena nato e lei è sempre più brava e appassionata.. ça va sans dire.
Foodbeam: il blog più dolce del mondo. Fanny ed io abbiamo la stessa grande passione per la pasticceria e la fotografia. The sweetest blog in the world. We have the same big passion for "patisserie" and photography.
Il mondo di Adrenalina: perchè mi perdo nei suoi lunghissimi racconti di cucina e non, leggo i suoi posts tutti d'un fiato e non aspetto altro che leggerne ancora.
La tartine gourmande: ogni cosa che prepara, fotografa e descrive risulta sempre perfetto ai miei occhi. Bea ha un gusto incredibile! Everything she makes, photographs and talk about always turns out perfect to my eyes. Bea has an incredible good taste!
Il maiale ubriaco: mi piace un po' tutto del loro blog.. il loro modo di scrivere, i temi che scelgono, le fotografie, il fatto che sia scritto a più mani. Bravissimi!
Nordjus: Keiko è una vera perfezionista, adoro davvero tutto ciò che prepara e le sue foto sono sbalorditive. Keiko is a real perfectionist, I really love all she makes and her stunning pictures.
Fiordizucca: un' istituzione. Un altro blog perfetto in tutti i sensi! Le sue foto sono di una bellezza unica e i suoi posts si leggono che è un piacere.
B comme bon: che dire, questo blog è come il paese delle meraviglie: è così facile perdersi tra ciò che lei prepara e le sue bellissime fotografie. What can I say, this blog is like Wonderland: it's so easy to get lost among what she makes and her beautiful pictures.
Le malvestite: lo seguo da anni e ogni volta mi fa piegare in due dalle risate perchè riesce in un modo unico a fare ironia sulla moda e con poche righe smonta anche le convinzioni più modaiole, i "must" apparentemente intoccabili.
Cook & eat: potrei passare ore ad osservare le meravigliose foto di Lara. I can spend hours looking at Lara's gorgeous pictures.

Ora tocca a voi.. ecco le regole:
"Dai il premio a 10 persone che hanno un blog capace di trasmetterti gioia ed ispirazione, un blog che ti faccia sentire bene quando lo visiti. Fai sapere a queste persone di averlo vinto lasciando un commento sul loro blog. Attenzione: puoi vincerlo piu’ volte!"

Now it's your turn. Here are the rules:
"Give the award to up to 10 people whose blogs bring you happiness and inspiration and make you feel so happy about blogland! Let them know by posting a comment on their blog so that they can pass it on. Beware! You may get the award several times!"

venerdì 25 gennaio 2008

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Il ritorno di Ironblog



Vi ricordate di Ironblog? Ebbene si, finalmente è tornato! dopo il lungo riposo delle feste natalizie ha ricominciato a mettere a dura prova i foodbloggers che hanno superato le prime sei sfide. Pioniere di questo secondo round sono state le bravissime Adrenalina e Tulip, con una sfida all'ultima carbonara. Hem.. ma non avete ancora capito?? è arrivato di nuovo il mio turno!! questa settimana ci sarà la sfida tra la Ciliegina e Stella di sale! Il tema (divertentissimo) è "A Carnevale ogni scherzo vale" e gli ingredienti obbligatori sono ricotta, arancia e cannella.. non siete curiosi? Io non vi anticipo nulla di più, vi mando direttamente da Kelablu a vedere che scherzetto ho preparato. In bocca al lupo ad entrambe!

lunedì 7 gennaio 2008

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Plaisir Sucrè



Nomen omen. Questo grande classico di Hermè è sempre stato tra i miei preferiti in assoluto, nonostante io non sia un'amante del cioccolato al latte. Prima di tutto trovo che sia esteticamente accattivante, da contemplazione (guardatevi l'originale), ma il più bello viene quando la forchetta incomincia a rompere le sfoglie di coccolato.. un continuo alternarsi di consistenze che si ripresenta all'assaggio con l'iniziale croccantezza delle sfoglie di cioccolato e lo strato di dacquoise che si fonde con la scioglievolezza delle stesse sfoglie con ganache e chantilly. Domina il cioccolato nelle sue varie forme: si assiste ad una vera sfumatura di gusti e consistenze che parte dal cioccolato puro in sfoglie e passa per la ganache, in cui il gusto del cioccolato è lievemente smorzato dalla panna, per terminare con la chantilly, dove il cioccolato diventa quasi un pretesto. La nocciola tostata, presente solamente nella base di dcaquoise e praliné (l'originale non prevede la nocciola decorativa), va ad arricchire e a rendere più sofisticato e complesso il discorso delle consistenze ed esalta piacevolmente la bontà del cioccolato al latte. Insomma, dovete assolutamente assaggiarlo!



Potete solo immaginare quanto tempo io abbia esitato prima di trovare il coraggio e il tempo per realizzarne 8 con le mie mani. Si, 8 perchè 16 erano davvero troppi e poi l'8 è il mio numero, non che io sia superstiziosa.. però mi ha portato fortuna, ancora una volta! Insomma, dopo averci girato attorno un'eternità, nei primi giorni del 2008 (oddio, ancora l'8..) ho deciso che era giunto il momento di lanciarmi in questa folle impresa. Vi dirò, mi preoccupava il fatto di non aver mai avuto conferma sull'attendibilità della ricetta.. cosa non trascurabile visto il tempo e gli ingredienti messi in ballo. Ho voluto fidarmi di Hermè e ho fatto benissimo, la ricetta è perfetta.
L'esecuzione è tutto sommato semplice, di sicuro non è un dolce da improvvisare in quanto richiede tempo, pazienza e ingredienti non proprio classici, ma nemmeno impossibili.
Figuratevi che ho incominciato diversi giorni prima ad organizzarmi e a pianificare le varie fasi della preparazione, in modo da non ridurmi a fare tutto all'ultimo momento, con ovvie conseguenze. È un dolce che si fa desiderare, mi sembra abbastanza chiaro, ma vi ripaga pienamente tutto il tempo e la pazienza. Un Dolce, di quelli che passerei intere giornate a fare.
Sono molto soddisfatta del risultato, c'è ancora qualche imperfezione da sistemare ma sulla bontà non si discute!

Per quanto riguarda la ricetta, ho cercato di tradurla integrando qualche passaggio dato per scontato e ho decisamente riproporzionato (dimezzato) le dosi per le basi di daquoise e pralinè.. una piccola svista del Maestro :)
Last but not least, ho sostituito la copertura Jivara con Guanaja lactée (sempre Valrhona).





Com'è strutturato

Iniziando dal basso:
Biscuit dacquoise alle nocciole
Praliné feuilleté noisette
Ganache al cioccolato al latte Guanaja
Sottili sfoglie di cioccolato al latte Guanaja
Chantilly al cioccolato al latte Guanaja


La ricetta: Plaisir Sucrè

Adattata da PH10 di P. Hermè
Per circa 16 pezzi

Biscuit dacqoise alle nocciole
Ingredienti:
115 g di zucchero a velo
105 g di farina di nocciole
115 g di albume
37 g di zucchero semolato
100 g di nocciole delle Langhe tostate e tritate grossolanamente
Montare gli albumi a neve unendovi lo zucchero semolato in 3 riprese, continuare a montare fino ad ottenere una meringa morbida e lucida. Incorporarvi delicatamente la farina di nocciole setacciata con lo zucchero a velo e lavorare il composto dal basso verso l'alto, in modo da non far perdere troppa aria all'impasto. Sistemare un riquadro di 20 X 30 cm su una placca rivestita di carta da forno, versarvi all'interno il composto a base di meringa, livellare il più possibile con una spatola e cospargere di nocciole tritate. Cuocere 35 minuti a 170°C (funzione ventilata) tenendo lo sportello leggermente aperto, in modo tale che il vapore in eccesso possa uscire. Una volta cotto il biscuit risulterà allo stesso tempo resistente e lievemente morbido. Lasciar raffreddare su una griglia.

Praliné feuilleté noisette
Ingredienti:
15 g di burro di qualità
38 g di cioccolato al latte Guanaja lactée 40%(Valrhona)
75 g di praliné di nocciole 60/40*
75g di pasta di nocciole del Piemonte
150 g di pailletté feuilletine o crêpes dentelles sbriciolate**
15 g di nocciole tostate e tritate
* 60/40 è il rapporto in peso zucchero/nocciole. La ricetta del praliné la trovate qui (ovviamente modificate le percentuali di zucchero/nocciole).
** Se come me non avete entrambe, non vi resta che preparare da voi le crêpes dentelles seguendo la ricetta di Sandra.

Fondere il cioccolato e il burro a bagno maria (45°C). Unirvi il praliné e la pasta di nocciole (meglio se a temperatura ambiente), infine le crêpes dentelles e le nocciole.

Basi rettangolari di daquoise e praliné

Guarnire il riquadro di dacquoise con il pralinè raffreddato, livellare la superficie e lasciare una mezz'ora in congelatore. Ricavare dal riquadro tanti rettangoli di 2,5 X 10 cm e lasciarli in congelatore fino all'assemblaggio.

Sottili sfoglie di cioccolato al latte

Temperare 320g di cioccolato al latte Guanaja lactée 40% e stenderlo su un foglio di acetato di 40 X 60 cm, livellare il più possibile e, quando incomicia ad indurire (il cioccolato temperato ci mette pochissimo), ricavare tanti rettangoli di 2.5 X 10 cm. Ricoprire con un altro foglio di acetato e mettervi un peso in modo tale che le sfoglie non si deformino durante la cristallizzazione. Lasciare in congelatore qualche ora.

* Temperare il cioccolato è un' operazione semplicissima, è indispensabile avere un termometro (o tanta esperienza) per essere sicuri della riuscita.
Ci sono diversi modi di temperare: io ho semplicemente tagliato il cioccolato a pezzi dalle dimensioni il più possibile uniformi e l'ho fuso a bagnomaria portandolo a 48°C (ricordatevi che l'acqua non deve mai bollire e soprattutto non deve mai incontrare il cioccolato!); una volta raggiunta la temperatura ho versato la massa sul granito e l'ho sollevata ripetutamente (senza incorporare aria) per abbassarne la temperatura fino a raggiungere 27°C. Infine ho riportato il tutto a 30°C nel bagnomaria e ho subito utilizzato. Fate attenzione perchè a seconda del cioccolato utilizzato cambiano le tre temperature per il temperaggio, le temperature da me indicate sono quelle indicate sulla confezione dalla casa produttrice del cioccolato.

Ganache al cioccolato al latte
Ingredienti:
230g di panna fresca
250g di cioccolato al latte Guanaja lactée 40% tritato
Portare la panna a bollore e versare in 3 riprese sul cioccolato, mescolando ogni volta dal centro verso l'esterno per rendere omogenea la ganache. Lasciar raffreddare a temperatura ambiente e conservare in frigo almeno 4 ore (Hermè non lo dice ma è indispensabile).

Sfoglie di cioccolato e ganache

Disporre 2/3 dei rettangoli di cioccolato su una placca e, con l'aiuto di una sac a poche munita di bocchetta a "ferrovia" *, guarnire ogni sfoglia con la ganache, nel senso della lunghezza. Sovrapporre i rettangoli guarniti e congelare.

* ci è voluto un po' per capire di che bocchetta si trattava e, secondo me, non è indispensabile.. anzi, la prossima volta utilizzo una bocchetta liscia, molto meglio.

Chantilly al cioccolato al latte
Ingredienti:
210 g di cioccolato al latte Guanaja lactée tritato
300g di panna fresca
Portare la panna a bollore, versare sul cioccolato e mescolare dal centro verso l'esterno per ottenere un composto omogeneo. Versare in un contenitore ermetico e lasciare in frigo almeno per una notte (importantissimo). Al momento del montaggio dei dolci, montare la chantilly freddissima facendo molta attenzione perchè tende a montarsi (e a smontarsi) molto velocemente. Versare in una sac a poche con bocchetta liscia (circa 1 cm di diametro) e lasciare in frigo fino al momento dell'utilizzo.

Montaggio
Occorrente:
rettangoli di dacquoise al praliné feuilletée
rettangoli di sottili sfoglie di cioccolato guarnite con ganache
chantilly al cioccolato al latte
sottili sfoglie di cioccolato
glucosio
nocciole intere tostate
Sistemare su ogni rettangolo di dacquoise + praliné un doppio rettangolo di cioccolato + ganache (se la ganache non si attacca al praliné aiutatevi con pochissima chantilly).
Guarnire ogni rettangolo con due bande di chantilly nel senso della lunghezza e coprire con una sfoglia di cioccolato. Decorare con una nocciola tostata, fissandola con una goccia di glucosio. Conservare in frigorifero.